Brancaccio: “Zinzi non paga manifesti elettorali, ricevuto decreto ingiuntivo”

di Redazione

 Caserta. “Prima di mettere mano alla riforma delle Province, Graziano Delrio ha sicuramente pensato come modello negativo all’Ente di Corso Trieste per gli enormi sprechi e la totale inconsistenza politico-amministrativa dimostrata in questi anni”.

Angelo Brancaccio usa l’arma dell’ironia per lanciare un duro affondo contro il presidente della Provincia di Caserta Domenico Zinzi.

Sotto la lente di ingrandimento del sindaco di Orta di Atella e consigliere provinciale finiscono “gli sprechi immorali e indecenti” in una fase di grandi difficoltà economiche per la maggior parte delle famiglie casertane. “Mentre la gente non riesce ad arrivare a fine mese, – attacca Brancaccio – Zinzi continua a scialacquare soldi pubblici. In un momento in cui sarebbero necessari tagli alla spesa improduttiva, fa specie che il Palazzo di Corso Trieste, svuotato di tutti gli uffici, da tempo trasferiti nell’area ex Saint Gobain, continui ad essere aperto, vigilato, illuminato e riscaldato per un solo ‘caro’ ospite: il presidente della Provincia che, in barba agli sprechi, intrattiene, nei bellissimi salottini, le sue relazioni politiche e amicali… E di fronte al completo fallimento dell’amministrazione in carica, devo desumere che siano molto più proficui, sotto tutti i punti di vista, gli incontri con amici e parenti rispetto a quelli di natura, per così dire, politica”.

Il primo cittadino ortese accusa Zinzi per la gestione “allegra e privatistica” della cosa pubblica. “In 3 anni e mezzo, la Provincia ha speso circa 800mila euro (640 euro al giorno, centesimo più, centesimo meno) per pagare profumatamente il direttore generale Raffaele Picaro, intimo amico di famiglia di Zinzi. Altri 140mila euro all’anno – fa notare Brancaccio – vengono erogati per retribuire l’ufficio stampa e gli staffisti, persone scelte rigorosamente in base a criteri meritocratici: bisogna essere amici o amici degli amici del presidente. E come se non bastasse, per i suoi spostamenti, in qualche caso notturni e pseudo-istituzionali, Zinzi viaggia su una fiammante Bmw nera disponendo addirittura di due autisti (manca solo la livrea), che percepiscono, a causa della vita particolarmente movimentata del presidente, molti soldi in più sullo stipendio per gli straordinari cui sono ‘costretti’.Alla faccia dell’austerity e del rigore. Ma se non si fa scrupoli a dilapidare soldi pubblici, quando invece deve mettere mano al suo portafoglio ha il braccino corto, diventa oculatissimo e parsimonioso, anzi “insolvente”.

Infatti, Zinzi ha ricevuto – svela Brancaccio – “un pignoramemto per non aver versato 89.479,15 euro alla società che gli ha fornito il materiale (manifesti, volantini, brochure e ‘santini’) per le sue campagne elettorali. E tuttora, approfittando del fatto che nel frattempo la ditta fornitrice è stata messa in liquidazione, non ha ancora saldato il suo debito, nonostante abbia ricevuto il precetto di pagamento. Che esempio morale, un uomo tutto d’un pezzo! Peraltro, il mandatario elettorale era un commercialista e fedelissimo di Zinzi che, guarda caso, lo nominò, una volta divenuto presidente della Provincia, commissario liquidatore del Consorzio unico di bacino. Per la serie: parenti e amici prima di tutto”.

Tra i tanti spechi denunciati da Brancaccio c’è anche quello relativo alle spese legali sostenute dall’Ente. “Sempre per non correre il rischio di alleggerire le proprie tasche, Zinzi continua a sovvenzionare con il denaro dei cittadini la guerra giudiziaria che ha ingaggiato nei miei confronti, pagando puntualmente con i soldi della Provinciaun avvocatodirigente provinciale dell’Udc, che ha già presentato una quindicina di querele contro di me, finora tutte senza esito. Poco male, tanto il presidente non ci rimette mai nulla, a pagare per lui sono sempre i contribuenti.

“Morale della favola – conclude il sindaco e consigliere provinciale Brancaccio -, se si tratta di denaro pubblico, Zinzi non bada a spese e lo fa con estremo piacere, se invece sono soldi suoi non caccia un euro neanche se alla porta di casa sua bussa l’ufficiale giudiziario. Un consiglio agli imprenditori e ai commercianti casertani: se si presenta un cliente che si fa chiamare presidente e viaggia su una fiammante Bmw nera con l’autista, fatevi pagare in anticipo e in contanti. È meglio”.

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