Elezioni, a rischio il voto nei comuni sciolti: la protesta di De Rosa

di Redazione

 Casapesenna. “Stiamo scherzando? Dopo ventiquattro mesi di commissariamento e vari scioglimenti, ancora una volta si vorrebbe privare i cittadini del diritto al voto?”.

Parole di Marcello De Rosa, candidato sindaco del movimento politico “Casapesenna in positivo”, dopo la notizia secondo la quale sarebbe al vaglio della Commissione parlamentare antimafia l’eventualità di rimandare il voto amministrativo a Castel Volturno, Casal di Principe e Casapesenna, a causa dei procedimenti giudiziari che vedono coinvolti dirigenti e dipendenti dei tre comuni sciolti per infiltrazioni camorristiche. L’alternativa sarebbe un prolungamento del commissariamento, ma c’è chi, come De Rosa, sobbalza al solo pensiero.

“Il commissariamento è immobilismo. – dice il candidato sindaco – Casapesenna è rimasta ferma per ben due anni e ora cosa si vorrebbe fare? Gli elettori di Casapesenna, come tutti gli italiani, devono poter scegliere liberamente i propri rappresentanti; ma se si impedisce ciò, se li si esclude, ai cittadini cosa resta? Casapesenna ha dimostrato con forza e dignità divoler intraprendere la strada della ‘normalità’. I suoi cittadini sono onesti e non vogliono essere considerati come una categoria a parte, che non merita di votare!”.

“È ora di dire basta, – continua De Rosa – di ribellarci contro quanti vogliono toglierci la nostra città o continuano a dipingerla in modo negativo. Un giorno si parla di noi come la terra della camorra, il giorno dopo come la Terra dei Fuochi e veniamo trattati come se a noi non spettassero quei diritti che sono scritti a chiare lettere nella nostra Costituzione. Per questo io, in qualità di cittadino, chiedo con forza e fermezza che sia data alla mia città la possibilità di riscattarsi, di progredire, e di non fermare quanti di noi (e siamo tanti!) hanno voglia di mettersi in gioco. In caso contrario, si consumerebbe l’ennesimo sfregio alla dignità della nostra terra e dei suoi ‘cittadini a metà’”. Restiamo in attesa dell’ultima parola della Commissione parlamentare”.

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