Nuovo “Salva Roma” dopo ultimatum di Marino. Renzi: “Toni sbagliati”

di Mena Grimaldi

 Roma. Arriva, dopo una giornata di polemiche, il nuovo decreto “Salva Roma”. Venerdì il Consiglio dei Ministri esaminerà un “decreto legge enti locali” per mettere in sicurezza il bilancio della Capitale.

Lo ha annunciato il premier Matteo Renzi, durante l’intervento della Direzione del Pd. I tecnici hanno lavorato tutto il giorno per mettere a punto una soluzione che eviti una reiterazione del precedente provvedimento e garantisca i conti del Comune capitolino e i servizi ai cittadini.

Conti che, secondo l’allarme lanciato in mattinata dal sindaco Ignazio Marino, sarebbero altrimenti ad alto rischio. Il primo cittadino, infatti, dopo lo stop arrivato mercoledì al decreto, aveva minacciato: “Da domenica blocco la città, le persone dovranno attrezzarsi perché Roma si ferma”. “Il governo – ha detto Marino – mi deve dare gli strumenti legislativi per poter risanare la città una volta per tutte, restituendo quei soldi che sono dei nostri cittadini”.

Il sindaco ha spiegato che i soldi in ballo sono quelli “delle tasse pagate dai romani che devono essere restituiti ai cittadini di Roma. Ce li devono ridare. Il Governo italiano ce li deve restituire, con un atto del Governo deve restituire a Roma ciò che è di Roma”.

“Non ha senso chiedermi se me ne vado o no, se questi soldi non dovessero essere ridati. – ha aggiunto Marino – Io sono arrabbiato, e lo sono anche i romani. Dovrebbero inseguire la politica con i forconi. E’ giunto il momento dei fatti. Io voglio governare responsabilmente Roma, dopo che per 50 anni sono stati dissipati dei denari. Io il mese prossimo non posso non pagare gli stipendi a migliaia di dipendenti comunali, non posso vendere Acea…”.

“La mia risposta è chiara, da domenica blocco la città, dunque le persone dovranno attrezzarsi, fortunati i politici del palazzo che hanno auto blu. Non ci metto la faccia – ha continuato il sindaco – significa che il Governo deve dire con chiarezza: ti diamo gli strumenti legislativi per poter risanare la situazione. Roma deve poter spendere solo i soldi che ha. I romani dovrebbero inseguire la politica con i forconi. Qui a Roma bisogna ancora pagare terreni espropriati nel 1957 per costruire il Villaggio olimpico, ma si può governare così la Capitale d’Italia?”.

Un “ultimatum”, quello di Marino, che Renzinon haapprezzato: “Le motivazioni di Marino erano comprensibili, il tono no”, il commento del presidente del Consiglio che poi ha avutouna conversazione telefonica, definita “energica”, con Marino, il quale, alla fine, ha espresso “fiducia” nel premier.

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