Milano, in coma tassista picchiato. Fermato l’aggressore

di Redazione

Alfredo FamosoMilano. Non sembrano esserci speranze per Alfredo Famoso, 68 anni, il tassista aggredito domenica sera in via Morgagni, all’angolo con piazzale Bacone, a Milano.

L’uomo era arrivato in coma all’ospedale Niguarda, dove nella notte è stato sottoposto a un lungo e delicato intervento chirurgico. Secondo i sanitari dell’ospedale “c’è ancora una minima attività cerebrale” e quindi l’uomo non è clinicamente morto, ma resta in coma in condizioni molto critiche.

Federico Famoso, il figlio, ha scritto lunedì mattina un drammatico messaggio su Facebook: “Colleghi, amici, mio papà è morto, è tenuto in vita da una macchina ma aspettano di toglierla. Scusate se ho scritto su Facebook vi chiedo scusa ma sono distrutto dal dolore. Me l’hanno ucciso per una lite con un pedone”. Il messaggio ha raccolto la solidarietà e la vicinanza di amici e colleghi.

I conducenti milanesi delle auto bianche, in segno di solidarietà e di vicinanza alla famiglia, si sono fermati per 15 minuti. “La tragica fine di Luca Massari nell’ottobre 2010 – è intervenuto Pietro Gagliardi, delegato per il settore taxi dell’Unione Artigiani – si è drammaticamente ripetuta per Famoso. Questo però è il momento del cordoglio, per le polemiche e per capire cosa davvero sia accaduto ci saranno i prossimi giorni, le indagini, i processi. Abbiamo scelto di fermarci per pochi minuti per ricordare l’ennesima scomparsa, per mano violenta, di uno di noi. Oltre che a lui, il pensiero va ai suoi congiunti e all’immane sofferenza che stanno provando. Non ci sono giustificazioni per quanto è accaduto”.

La notizia è stata confermata dal fratello del tassista, Andrea, nella sala d’aspetto dell’ospedale Niguarda: “Ci hanno detto che ormai non c’è nulla da fare”. Andrea ne ha parlato come di un uomo “innamorato del suo lavoro, un vero professionista, molto cauto alla guida”. “È incredibile, e dire che è sempre stato prudente, al punto che se ci volevano due minuti per raggiungere un cliente, lui ne annunciava quattro per non correre. Alfredo è più giovane di me ma ha più anni di lavoro. Ha iniziato 37 anni fa, prima faceva l’autista per la Sio di Sesto San Giovanni. Anche io facevo il tassista, ho smesso a maggio, troppe tasse”.

Nel pomeriggio, il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, si è recato al Niguarda per esprimere la sua vicinanza al tassista e ai familiari. Pisapia si è intrattenuto alcuni minuti con i parenti, in particolare con un fratello di Famoso, a cui ha chiesto notizie. Quindi Pisapia è tornato a trovare il bambino di dieci anni investito da un furgone in via Fiamma mentre attraversava sulle strisce il 10 febbraio, che dopo l’incidente è stato ricoverato nello stesso ospedale.

D.G.R., queste le iniziali del presunto aggressore lunedì, nel primo pomeriggio, è stato accompagnato in questura. Dopo un lungo interrogatorio è stato fermato con l’accusa di tentato omicidio su disposizione del pm Maria Teresa Latella. L’uomo ha un precedente penale per lesioni. Gli agenti lo hanno prelevato nel suo appartamento in via Plinio 16.

La compagna dell’uomo ha avuto un lieve malore quando gli agenti sono andati a prelevarlo a casa. Per la donna, in avanzato stato di gravidanza, è stato necessario l’intervento dei paramedici, che comunque hanno rassicurato sulle sue condizioni. Già durante la notte, il 50enne era stato identificato. Dopo il fatto si era trattenuto qualche minuto sul posto, parlando con alcuni testimoni e lasciando nome e cognome, e si era allontanato solo in un secondo momento, su pressione della compagna, incinta di otto mesi, che non si sentiva bene.

“L’uomo che ha aggredito ieri sera il tassista in via Morgagni non è scappato, si è allontanato probabilmente perché convinto che le condizioni dell’autista non fossero così gravi”, hanno precisato gli investigatori della Questura di Milano.

Secondo una prima ricostruzione, l’aggressore usciva da un vicino supermercato insieme con la compagna, portando l’acqua e le borse della spesa. I due stavano attraversando la strada sulle strisce pedonali tra via Morgagni e piazzale Bacone quando l’auto condotta da Famoso ha frenato bruscamente, quasi travolgendoli. Il 50enne in uno scatto di rabbia ha lanciato un cestello di bottiglie d’acqua contro l’auto (quattro, avvolte nel cellophane, di una confezione da sei). Il tassista è sceso, ed è scattato un diverbio.

A questo punto, la ricostruzione si fa più confusa. Dopo aver barcollato, la vittima avrebbe battuto la testa prima su una ruota di scorta esterna di una jeep parcheggiata, poi a terra. Il tassista è stato condotto poco dopo in codice rosso all’ospedale Niguarda, dove è arrivato in coma. “Stiamo attenti a non creare il mostro prima di aver stabilito esattamente l’accaduto” dicono gli investigatori.

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