Marò, la Corte Suprema: “Decidere entro il 10 febbraio”

di Redazione

 New Delhi. La Corte Suprema indiana ha chiesto di sbloccare l’impasse sul caso marò entro una settimana e non oltre: entro il 10 febbraio dunque il ministero dell’Interno di New Delhi dovrà decidere se invocare la legge anti-pirateria, che prevede la pena di morte, contro i due fucilieri del battaglione San Marco.

All’udienza sul caso di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, accusati della morte di due pescatori indiani al largo delle coste del Kerala, il 15 febbraio 2012, era presente l’inviato italiano, Staffan de Mistura. Di fronte ai ritardi e all’indecisione della macchina giudiziaria indiana, l’Italia ha chiesto da tempo che Salvatore Girone e Massimiliano Latorre siano autorizzati a rientrare in Italia.

Molto attesa in Italia (e non solo dopo il pressing diplomatico della stessa Unione Europea), l’udienza è durata appena una decina di minuti. Per la prima volta, in aula era presente De Mistura: finora aveva evitato di presentarsi per rispetto della giurisdizione indiana, stavolta ha voluto render visibile l’indignazione del governo italiano per un’odissea giudiziaria che ancora non ha visto un capo di imputazione formale a carico dei due militari.

“La Pubblica accusa non può più giocare con i tempi. Abbiamo ricordato tramite il nostro avvocato che ci sono stati 25 rinvii giudiziari senza un pezzo di carta” ha detto il ‘inviato del governo Staffan De Mistura. “Abbiamo chiesto alla Corte che, di fronte all’indecisione della pubblica accusa, i marò siano autorizzati a tornare in Italia – e ha aggiunto – E questa richiesta la ripeteremo con forma anche lunedì prossimo indipendentemente dall’esito dell’udienza”.

In apertura, la procura indiana ha chiesto ancora due/tre settimane di tempo, scatenando però l’irritazione della difesa, che ha ricordato la lunga sequela di rinvii subiti dalla vicenda. E a questo punto il giudice ha deciso di incalzare l’agenzia antiterrorismo Nia e il ministero dell’Interno: hanno a disposizione una settimana ancora e non di più per decidere se ricorrere al Sua Act, la legge antiterrorismo e antipirateria indiana che prevede la pena di morte.

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