Delitto di via Poma, Pg: “Nel dubbio meglio assolvere”

di Mena Grimaldi

 Roma. “È la fine di un incubo. Non ho nulla da dire alla famiglia di Simonetta. Per me inizia una nuova vita”.

Raniero Busco, con la moglie Roberta al suo fianco, parla ai microfoni di Corriere.tv dopo la sentenza della Corte di Cassazione che ha confermato la sua assoluzione nel processo per il delitto di via Poma.

Busco, indagato nel 2007 e poi processato, è stato assolto dall’accusa di aver assassinato la sua ex fidanzata, Simonetta Cesaroni, trovata morta il 7 agosto 1990. “Sono sette anni passati in una maniera incredibile” dice la moglie.

Dopo quasi 24 anni non c’e’ ancora un colpevole per il delitto di via Poma. Con l’assoluzione definitiva in Cassazione di Raniero Busco – che in primo grado era stato condannato a 24 anni ed assolto in appello – riparte la caccia al responsabile dell’omicidio di Simonetta Cesaroni.

In presenza di “dubbi e perplessità è più corretto assolvere un colpevole che condannare un innocente”. Così il procuratore generale di Roma, Ciampoli, sull’assoluzione di Raniero Busco per l’omicidio di Simonetta Cesaroni.

“Quello che è inaccettabile – aggiunge – il lungo lasso di tempo tra i fatti e il definitivo pronunciamento”. “Per me inizia una nuova vita”,dichiara Busco. Delusa la sorella di Simonetta: “persa un’opportunità di chiarezza”.

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