Crimea, referendum per autonomia da Kiev. Tensione con Mosca

di Redazione

Arseni IatseniukKiev.Dopo la destituzione diYanukovich l’Ucraina prova a prendere forma. Nella serata di mercoledì 26 febbraio, in una spianata di Maidan gremita come non mai, il nuovo governo è stato presentato alla folla ancora prima di ottenere la fiducia del Parlamento.

Benché a Kiev si intraveda un ritorno alla normalità, la situazione nel Paese resta tesa e nella russofona Crimea continua a soffiare il vento della secessione con scontri tra migliaia di tatari musulmani e manifestanti filorussi davanti al parlamento di Simferopoli, la capitale. Dalla Russia intanto torna a farsi sentire l’ex presidente deposto Yanukovich che ha convocato una conferenza stampa per venerdì pomeriggio.

Nella mattinata di giovedì 27 febbraio un gruppo di uomini armati e in divisa mimetica ha occupato la sede del Parlamento e del governo della Repubblica autonoma di Crimea, nella capitale, issando la bandiera russa su entrambi gli edifici. All’esterno della sede del governo c’è un grande dispiegamento di forze di polizia e a nessuno è stato consentito di entrare. Il parlamentino locale ha quindi approvato la convocazione di un referendum per il 25 maggio per estendere l’autonomia da Kiev. Il Parlamentino di Sinferopoli ha anche sfiduciato e destituito, con 55 voti su 64, il Consiglio dei ministri della Crimea, il governo locale.

Gli autori del blitz hanno spiegato il loro gesto con la necessità di mettere sotto il loro controllo l’edificio dopo gli scontri con la minoranza tatara, schieratasi a favore delle nuove autorità ucraine. “Qualsiasi movimento dei militari della flotta russa del Mar Nero in Crimea, fuori delle zone prestabilite dagli accordi bilaterali, sarà valutato come aggressione” contro l’Ucraina: lo ha detto alla Rada Aleksandr Turcinov, capo del parlamento ucraino e presidente ad interim.

Yanukovicvh ha affermato che è ancora lui il presidente perché le decisioni prese dal Parlamento di Kiev sono illegittime e ha chiesto alla Russia di garantire la sua incolumità personale. Il destituito presidente ha fatto perdere le sue tracce dopo la fuga della settimana scorsa, ma potrebbe trovarsi in territorio russo. “Mi considero il legittimo capo del governo ucraino”, ha dichiarato, avvertendo che le popolazioni del sud e del sud-est, le zone russofone della repubblica ex sovietica, non accetteranno mai “l’anarchia” portata da leader scelti dalla teppaglia.

Parole che lo stesso Yanukovich probabilmente riaffermerà venerdì, alle 17 (alle 14 ora italiana) in una conferenza stampa che ha convocato a sopresa nella località russa di Rostov sul Don, non lontana dal confine con l’Ucraina. Secondo l’agenzia Itar-Tass, che cita una fonte russa vicina al governo, Mosca garantirà la sicurezza di Yanukovich nel territorio della federazione russa.

Intanto, giovedì il Parlamento di Kiev dovrà ratificare i nomi del nuovo governo. Come ci si attendeva, il nuovo premier è Arseni Iatseniuk (nella foto), il capogruppo del partito “Patria” di Iulia Timoshenko a cui appena un mese fa aveva offerto il posto di capo del governo niente di meno che l’allora presidente Yanukovich: il nemico numero uno della rivolta, impegnato in quei giorni a cercare un compromesso per salvare la poltrona e ridotto invece oggi allo status di “ricercato”.

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