Arresto del latitante Riccio, le immagini della villetta di Qualiano

di Redazione

 Napoli. Le immagini della villetta di Qualiano di proprietà del boss Mariano Riccio, latitante dalla seconda faida di Scampia, dopo il blitz effettuato martedì mattina dagli agenti della squadra mobile di Napoli e del commissariato di Scampia, che ha portato all’arresto del giovane latitante.

All’interno dell’abitazione, in via Salomone, in pieno centro, formata da un piano e all’apparenza modesta, c’erano Riccio, la moglie ed il figlioletto piccolo. A guidarci nella “visita” alla villa sequestrata c’era il vicedirigente della polizia di Scampia, Lorenzo Gentile.

Impianti di videosorveglianza proteggevano l’edificio, in cui congelatori e dispensa erano forniti anche per lunghe permanenze. Una piccola finestra in camera da letto era il posto più facile attraverso cui scappare e raggiungere la strada solamente scavalcando un piccolo muro. Durante il blitz, coordinati dal Servizio Centrale Operativo della Polizia,a cui Riccio non ha opposto resistenza, sono stati sequestrati anche 6500 euro.

Considerato il capo del clan Amato-Pagano e tra i protagonisti della nuova faida di Scampia che vede contrapposti il gruppo della “Vanella Grassi” con un altro cartello della zona per il controllo delle piazze di spaccio, Riccio era ricercatodal 2011. E’ il genero del boss Cesare Pagano, già protagonista della prima faida nel 2004, quando sottrasse la gestione del traffico di stupefacenti e dello spaccio in molte ‘piazze’ al clan Di Lauro.

Ora è Marco Di Lauro l’ultimo dei latitanti napoletani protagonista della guerra di camorra. Attorno a lui gli inquirenti stringono il cerchio per catturarlo.

Con l’arresto di Riccio sale a 8 il numero dei latitanti di camorra ritenuti di massima pericolosità e operanti nell’entroterra campano arrestati dagli uomini della squadra mobile. Prima di Riccio, il 30 dicembre scorso, a finire in manette era stato Angelo Marino, detto “Demon”, ritenuto reggente del clan Marino, sorpreso in una villa a Castel Volturno (Caserta) dove avrebbe trascorso il Capodanno con la moglie e i figli.

Ma il primo arresto eccellente si registra a inizio 2013. Il 4 gennaio finisce in manette Antonio Mennetta, 28 anni, elemento di vertice del clan Vanella-Grassi, coinvolto nella seconda faida di Scampia. Poi tocca a Carmine Cerrato, 42 anni, arrestato il 25 marzo. Elemento di vertice del gruppo Amato-Pagano, detto “Tekendò”, è cognato del boss Cesare Pagano, dell’omonimo cartello camorristico, anch’egli coinvolto nella seconda faida di Scampia e ora in carcere. Come anche Giuseppe Montanera, arrestato il 27 marzo 2013 a Napoli.

La villetta in cui si nascondeva il boss (05.02.14)

L’arresto a Qualiano (04.02.14)

L’arrivo in Questura (04.02.14)

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