Tribunale, gli avvocati spiegano le ragioni della protesta

di Redazione

 Aversa. Giovedì 6 febbraio, dalle 8.30 alle 13, sarà allestito, a cura e spese dell’Ordine forense di Napoli, un gazebo nella piazza laterale il Tribunale di Napoli Nord di Aversa …

… dove gli Avvocati dell’intero circondario (sia dell’ex mandamento di Aversa che di quelli di Casoria, Afragola, Frattamaggiore e Marano) incontreranno cittadini e colleghi per informarli sulle ragioni che ha portato l’Organismo Unitario dell’Avvocatura, recependo, nel corso della Conferenza Nazionale svoltasi a Napoli dal 16 al 18 gennaio, le sollecitazioni dell’intera Avvocatura a proclamare ben tre giorni di astensione dalle udienze (18, 19 e 20 febbraio) e a tenere una manifestazione nazionale, nella giornata del 20 febbraio, prima dinanzi alla Camera dei Deputati e, poi, in corteo attraverso il centro di Roma.

La protesta nasce dalla constatazione che gli interventi attuati dallo Stato in materia di Giustizia, sono stati rivolti, solo, a scoraggiare il ricorso alla giurisdizione, limitando, se non sopprimendo il “diritto ad avere tutela dallo Stato”. Come si legge nel documento approvato dal “Gruppo di lavoro sul processo civile”, costi di accesso sempre più alti, formalismo esasperato, mancato controllo sulla qualità e quantità del lavoro dei Giudici, assenza di uniformità delle decisioni con conseguente incertezza del diritto, introduzione di responsabilità diretta a carico dell’avvocato per cause ritenute temerarie, obbligatorietà di costosi procedimenti da svolgere prima di introdurre la causa, unita a tanti altri “fantasiosi rimedi” proposti da responsabili di uffici legislativi da troppo tempo lontani (se mai ci sono stati) dalle aule di Tribunale ovvero ingabbiati in visioni parziali della propria funzione, addirittura stravolgendo e introducendo norme respinte in ben più organici lavori di apposite e pagate Commissioni Ministeriali, hanno trasformato la Giustizia (istituzione chiamata a dare risposte affinché i cittadini non vengano alle armi) in una scommessa dall’esito incerto e, comunque, in un privilegio per ricchi.

Emblematico è quanto sta accadendo nel “Diritto Amministrativo” dove, per effetto del “contributo unificato” di 6mila euro da pagare all’atto dell’iscrizione della causa e da rinnovare in occasione del deposito di ogni memoria con motivi aggiunti, si è sì abbattuto il “carico”, ma si è resa più facile la cattiva gestione della cosa pubblica (come da ultimo riconosciuto dalla Commissione Europea) per il mancato controllo “diffuso” dei controinteressati.

Tanto ha, in questa settimana, portato la Corte di Giustizia Amministrativa per il Trentino Alto Adige a rimettere gli atti alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, per valutare se, tanto, non determina un’ingiusta compressione del diritto ad avere diritti. Ad avviso dell’Avvocatura, nell’interesse del Paese, invece, è necessario che lo Stato – si adoperi affinché Magistrati e personale di cancelleria siano di numero adeguato alle necessità, ricorrendo ai rilevanti incassi che realizza con il contributo unificato, alla notevole imposta di registro che incassa sui provvedimenti ed a tutti gli altri proventi che riscuote grazie alla gestione del processo civile; – eserciti uno stretto controllo sulla produttività, qualità ed efficacia dell’attività svolta dagli stessi; – smetta di adottare provvedimenti di mera “deterrenza” (filtri alle impugnazioni, sanzioni patrimoniali agli avvocati per le cause ritenute temerarie, ostacoli vari all’accesso, ecc..).

Nell’attesa di tanto e, comunque, in alternativa, l’Avvocatura Italiana, consapevole che la propria funzione sociale è quella di aiutare la collettività a meglio orientarsi tra norme e precedenti giurisprudenziali al fine di conseguire certezza del diritto e delle posizioni giuridiche, pur ribadendo la propria preferenza per la giurisdizione statale, ritiene imprescindibile, tenuto conto del fallimento della stessa e coerentemente a quanto approvato nel corso del Congresso Nazionale Forense di Bari del Novembre 2012, ricercare modalità di soluzione delle controversie alternative a quelle statali, che potranno contribuire a rendere più agevole la “risposta” di giustizia e costituire campo di nuovo impegno professionale della categoria. Su questi temi, gli avvocati dell’intero circondario di Napoli Nord in Aversa, nello stile unitario che sta caratterizzando le prime attività, domani incontreranno cittadini, colleghi e rappresentanti delle istituzioni.

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