Il reparto Otorino del “Moscati” celebra San Biagio

di Redazione

 Aversa. Momenti intensi di fede autentica quelli che sono stati condivisi al reparto Otorino dell’ospedale civile “San Giuseppe Moscati” di Aversa, per la celebrazione della festività di San Biagio, medico e vescovo, protettore della gola.

San Biagio, vissuto tra il terzo e quarto secolo in Armenia, martirizzato per essere stato autentico testimone della fede cristiana, fino alla morte, è stato celebrato dalla grande famiglia del quadro permanente del reparto Otorino che, da sempre, oltre a comunicare con l’esempio il senso del dovere, la rettitudine morale e l’elevata professionalità, fa del proprio lavoro una vera e propria missione al servizio di quanti soffrono, trasmettendo soprattutto un more autentico per il prossimo e ricevendone l’inestimabile dono del sorriso, autentica riconoscenza di tanta gente che, sofferente, fa ricorso alle amorevoli cure del reparto otorino.

La cerimonia ha avuto inizio con la santa messa celebrata dal cappellano, don Andrea Della Gatta, per il quale “festeggiare San Biagio significa ricordare il martire che ha dato la vita per Cristo, dandone testimonianza fino alla morte. San Biagio è stato intercessore di tanti miracoli, guarendo con la sola medicina della preghiera anche tante persone affette da malattie alla gola, dimostrando così come la medicina dell’anima resta la preghiera che, insieme all’’Eucaristia, è il vero farmaco dell’immortalità”.

Durante la celebrazione, don Andrea ha benedetto e distribuito il pane, segno di condivisone e dell’agape fraterna, benedicendo i presenti con le candele incrociate sotto le gole, ad indicare l’unione della fede con la medicina e invocando l’intercessione di San Biagio.

Il primario del reparto otorino, Mario Solafia, ha commentato: “La ricorrenza di San Biagio è da sempre particolarmente sentita e vissuta da tutta la grande famiglia sanitaria. Una festa condivisa con tutti i pazienti che unisce momenti di preghiera e di aggregazione sociale con la povertà cristiana. L’elevato attaccamento alla professione, al proprio dovere di tutto il quadro permanente del reparto, fa delle sofferenze del paziente le sofferenze del medico, ricevendone l’inestimabile dono del sorriso di riconoscenza. Insieme, personale e pazienti, lottano il male prima di tutto con la fede in Dio, convinti che si serve di noi, anche attraverso la preghiera, aiutandoci a farci strada nel buio fitto delle contraddizioni umane”.

Un reparto, quello diretto dal dottor Solafia, all’apice del gradimento di quanti fanno ricorso alle cure mediche specialistiche del caso, tanto che nel solo anno 2013 appena trascorso sono stati eseguiti più di 800 ricoveri, oltre a tantissimi delicati interventi, tra i quali laringectomia.

Per la ricorrenza sono tornati alla loro grande famiglia lavorativa anche tanti sanitari oggi in quiescenza, tra i quali i primari Angelillo, Romano, Iorio, oltre ai medici del reparto, Grassia, Costanzo, Gatta, Paciello, con l’instancabile caposala Teresa Cucco.

di Franco Musto

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