Piazza incontra i cittadini: “La storia del Re Leone”

di Redazione

 Mondragone. Il consigliere comunale “anti-ribaltone” Giuseppe Piazza ha incontrato, sabato, la cittadinanza nella sala conferenze del Museo Civico “Biagio Greco”, in via Genova.

E’ stata l’occasione per augurare buon anno ai cittadini ma anche per fare il punto della sua attività amministrativa e lanciare strali contro l’amministrazione guidata da Giovanni Schiappa.

Ecco l’intervento di Piazza:

Cari amici, grazie di essere intervenuti così numerosi stasera. Ringrazio per la presenza i Consiglieri comunali, ringrazio particolarmente per la sua partecipazione l’onorevole Mario Landolfi, cui fin da adesso chiedo di intervenire per portare il suo saluto al termine del mio intervento.

Questo è un incontro che nasce dalla volontà di scambiare con i concittadini, gli amici e gli elettori auguri ed impressioni sull’anno appena cominciato, in omaggio ad un’ormai lunga tradizione mondragonese introdotta dall’onorevole Camillo Federico e condotta per venti anni dall’onorevole Landolfi.

Vi confesso che proprio la possibilità che si potesse, in qualche modo, accostare la mia piccola esperienza di amministratore comunale a quella dei nostri illustri concittadini che hanno ricoperto ruoli di primissimo piano nella politica nazionale – l’onorevole Landolfi è stato ministro della Repubblica, mi aveva inizialmente sconsigliato dall’organizzare la manifestazione, ma più forte in me è stata poi la volontà di non interrompere la tradizione nella speranza che essa possa essere poi ripresa dai livelli politici che le sono più appropriati.

E proprio come da consuetudine, prima di augurare a noi, alle nostre famiglie ma soprattutto alla nostra città un 2014 sereno e ricco di soddisfazioni di ogni tipo, ritengo doveroso fare un piccolo bilancio di ciò che politicamente è accaduto nella nostra città nell’ultimo anno o poco più.

Sappiamo tutti che la coalizione di centro destra ha vinto le elezioni amministrative del maggio 2012 fin dal primo turno con candidato a sindaco Giovanni Schiappa.

Un candidato voluto da tutti i partiti e da tutte le liste della coalizione, ma che ha cominciato a fare le bizze fin da prima della presentazione delle liste elettorali.

Bizze e modi di comportamento alquanto anomali, proseguiti poi con il suo insediamento con atteggiamenti che andavano nella direzione opposta agli impegni assunti prima delle elezioni e rispetto alla necessita di perseguire il metodo della collegialità e della partecipazione dei Consiglieri comunali, senza alcuna confusione e nel più assoluto rispetto dei ruoli che la legge e la prassi politica assegnano al sindaco, agli assessori, ai consiglieri ed ai partiti.

Questo, purtroppo, non si è mai avverato. Anzi si è manifestata una persona fino ad allora sconosciuta, che soffriva l’attivismo e la partecipazione dei Consiglieri comunali e che ha frapposto ogni tipo di ostacolo tra se stesso e parte dei consiglieri della sua stessa maggioranza.

È stato chiaro sin dal principio che aveva paura del confronto, tanto è vero che il suo rapporto con la città è tuttora esclusivamente virtuale, cioè il sindaco non si confronta più con i cittadini, le associazioni o i partiti, anzi preferisce agire in perfetta solitudine o insieme ad un gruppo ristretto di persone riconducibili alla sua sola sfera personale.

Capirete che così non si può amministrare nemmeno un condominio, figuriamoci una cittadina come Mondragone a cui non mancano certamente le emergenze, i problemi e le criticità. E infatti i risultati si sono visti.Una cricca al potere, si sarebbe detto in altri tempi.

Qualche mese fa, in questa stessa sala, paragonai il sindaco al comandante Schettino della Costa Concordia. L’unica differenza è che il primo ha portato la nave a sbattere sugli scogli, mentre Schiappa ha fatto arenare la coalizione vincente alle elezioni sulle secche delle poltrone.

Oggi, invece, la situazione che viviamo a Mondragone mi ricorda più la trama di un cartone animato che però piace molto anche ai grandi: “Il re Leone”.

E’ passato qualche anno dalla sua uscita nelle sale e, probabilmente, molti di noi non lo ricordano e, quindi, vale la pena riassumerne brevemente la trama.

Il Re Leone è Mufasa che regna con saggezza e coraggio mettendo al primo posto l’armonia tra tutte le creature del suo impero.Ha un fratello malvagio ed invidioso, Scar, che ne vuole a tutti i costi prendere il posto. La situazione precipita quando nasce Simba, figlio di Mufasa e perciò erede al trono. A quel punto Scar si allea con le Iene, tenute sempre fuori dai confini del regno, e con loro progetta la presa del potere.

Vi riesce uccidendo addirittura Mufasa e facendo ricadere la responsabilità sul giovane Simba, che si autoesilia. Appena Scar diventa re, con l’aiuto delle Iene che si installano a corte, nel regno la paura prende il posto dell’armonia. L’interesse generale scompare in favore dei capricci del nuovo sovrano mentre i sudditi vengono spremuti come limoni per mantenere la cricca al potere. Fortunatamente torna Simba che vendica il padre, uccide lo zio usurpatore, caccia le Iene e ripristina l’antica armonia.

Ecco, noi oggi a Mondragone ci troviamo come nel bel mezzo del regno di Scar.

Abbiamo un’amministrazione che finora non ha prodotto nulla che vada nell’interesse della città. Le prime delibere proposte all’inizio del mandato hanno addirittura riguardato tre situazioni private su qualcuna delle quali nutro ancora riserve di tipo tecnico.

Quindi patrocini alle associazioni “amiche” e tasse su tasse per spremere

i cittadini-limoni, il tutto dopo aver cambiato la maggioranza consacrata dal popolo sovrano.

Ecco perché non esagero se dico che il 2013 è stato l’anno del sequestro della volontà popolare, cioè del ribaltone.

Pensate che chi in questa sala attraverso me o i consiglieri Gallo, Conte, Napolitano e Mascolo ha votato il sindaco Schiappa, oggi si trova all’opposizione nonostante Schiappa abbia vinto, mentre chi ha votato Cennami, attraverso i suoi candidati consiglieri, si trova in maggioranza nonostante lo stesso abbia sonoramente perso.

Da quanto accaduto, però, emerge un dato e cioè: che quando si tradisce la volontà popolare si diventa indegni di rappresentarla.

A maggior ragione Schiappa che non ne ha spiegato ancora le ragioni alla città.

Lo capirei se lui fosse un podestà di nomina regia, ma invece è un sindaco eletto dal popolo e che al popolo deve dar conto sempre e comunque delle sue scelte politiche ed amministrative. Invece il sindaco tace.

L’unico suo atto in tal senso è stato la lettera con cui annunciò le finte dimissioni mentre in realtà già tramava, all’ombra di qualche compiacente sagrestia, con il suo vecchio avversario Cennami, il quale solo pochi mesi prima lo aveva denunciato per brogli elettorali.

Quindi che garanzia di trasparenza, di efficienza, di serietà può dare un’amministrazione i cui capi sono passati in un batter d’occhio dalle denunce all’intesa, senza mai spiegare ai cittadini l’avvenuto miracolo? Nessuna.

Nessuna, Perché il loro accordo non è basato sull’interesse dei cittadini ma sulle loro personali ambizioni: il sindaco-Scar vuol raggiungere il traguardo romano, mentre l’altro, invece, vuole i voti per la Regione.

Bene, benissimo, ma Mondragone che cosa ci guadagna in tutto questo:

L‘aumento della Tares e delle tasse a tutto spiano?

E Devono essere i cittadini a sostenere le loro personali carriere con un’Amministrazione scellerata? Penso proprio di no!

A tal proposito con i colleghi consiglieri abbiamo protocollato la richiesta di convocazione di Consiglio comunale straordinario per fare piena luce sugli affidamenti diretti alla società che sta gestendo la questione Tares e ICI e che sta letteralmente dissanguando la città!

Ma poi, ci si può fidare politicamente di uno che oltre al proprio elettorato ha tradito tutti quelli che lo hanno fatto crescere; dal sindaco Conte all’on. Landolfi, senza dimenticare il sen. Nitto Palma che pure lo aveva coperto in tutto, compreso il ribaltone?

E in più, ha tradito persino Berlusconi, sotto le cui finestre aveva sfilato nell’agosto sorso invocandone il nome a squarciagola, salvo poi abbandonarlo e passare con Alfano un paio di mesi dopo.

Detto senza ipocrisia: chi ricopre ruoli istituzionali non solo può ma, addirittura, deve aspirare a crescere di più, ma vi riesce se valorizza la carica che ricopre a favore della comunità e non se la piega all’esigenza della propria carriera.

Chi fa la prima cosa è Mufasa, chi invece punta sulla seconda è Scar.

In ogni caso possiamo dire che chi è abituato a tradire e ad ingannare gli elettori molto presto diventa carta conosciuta.

La legge elettorale cambierà e finirà l’era dei nominati. Per essere eletti, chi vorrà concorrere per eventuali traguardi capitolini, dovrà avere il consenso degli elettori non solo a Mondragone, ma in territori molto più vasti e se un candidato è preceduto da una pessima fama politica farà la fine di come recitava quello slogan sull’Aids: chi lo conosce, lo evita.

Questo è un breve excursus di quanto è successo negli ultimi tempi a Mondragone, ma come nella vita, così anche in politica, bisogna guardare sempre avanti.Bisogna guardare al futuro della nostra città anche amministrativamente.

C’è la necessità di un ritorno a considerare i rappresentanti delle istituzioni locali come degli interlocutori a cui rapportarsi per affrontare i veri problemi della città, anche se a volte con toni polemici, ma mai con presunzione e arroganza.

Certo con la ferita inferta dal sindaco e da una parte del Partito Democratico alla vita politica cittadina, sarà alquanto difficile, se non difficilissimo, ripristinare un normale discorso di diversità politica tra il centro-destra e il centro-sinistra.

Io credo che probabilmente – in futuro – sarà il caso di provare a sviluppare un ragionamento di sintesi tra più partiti politici e la società civile, in modo da affrontare tutti insieme gli urgenti e non più rinviabili problemi della nostra città.

Dopo il ribaltone Cennami/Schiappa, tra tutte le forze politiche e i Consiglieri presenti in Consiglio comunale che si oppongono all’accordo, è cresciuta man mano una collaborazione che è partita – all’inizio – su delle convergenze di problematiche, ma che poi – in seguito – si è sviluppata ed ha portato a delle sistematiche riunioni in cui non si ragiona più su cosa ci unisce, ma su cosa è utile alla città e su come agire per risolverne i problemi.

Secondo me l’ulteriore sviluppo di questa collaborazione potrebbe portarci in futuro, tutti insieme, a immaginare un percorso condiviso sulle problematiche del territorio nell’esclusivo interesse della città, in modo tale che si possa definitivamente dire basta ai patrocini economi distribuiti a pioggia, basta alla conservazione delle poltrone e, soprattutto, basta l’assalto alla diligenza!

Ecco, di questo c’è bisogno oggi a Mondragone: Ripristinare l’armonia politica.

E allora Cari Amici Buon Anno a tutti, con la speranza nel cuore che il 2014 possa essere l’anno del nostro Simba!

Viva Mondragone!
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