Miraglia (Ncd): “Altro che Re Leone, è l’Armata Brancaleone”

di Redazione

 Mondragone. Non si farà in tempo ad assegnare gli Oscar 2014 – che mi auguro sappiano riconoscere la levatura dei nostrani Servillo e Sorrentino – e già un’altra coppia di artisti campani si candida d’impeto alla nomination 2015 per la categoria miglior soggetto non originale.

Sono due giorni e due notti, infatti, che la nostra cittadina è stata incuriosita dal riadattamento del Re Leone ad opera del consigliere comunale Giuseppe Piazza. Sono due giorni e due notti, tuttavia, che personalmente mi sforzo di comprendere a quali personalità politiche cittadine siano accostati uno ad uno i numerosi personaggi del noto cartoon Disney.

A tacere del bucero, degli gnu, delle iene, del suricato e del facocero e, infine, del mandrillo che cospargono di personaggi animaleschi la favola rinascimentale per grandi e piccini evocata da Piazza, ciò che ovviamente desta maggior interesse è, però, capire chi personifica Scar, chi personifica Mufasa e chi, soprattutto, personifica Simba.

Partiamo da Scar. Nessun dubbio potrebbe esserci. Piazza docet. Scar è il Sindaco Giovanni Schiappa, descritto come un leone bramoso di potere, invidioso di Mufasa e geloso di suo figlio Simba, che uccide il vecchio Re Leone e ne incolpa per questo il figliol prodigo al solo fine di portare la sua cricca al potere e regnare insieme alle perfide Iene. Tant’è. Passiamo avanti. Mufasa. Il Re Leone. Padre di Simba, re delle Terre del Branco. Piazza docet bis. Regna, da tempo immemore, con saggezza e coraggio mettendo al primo posto l’armonia tra tutte le creature del suo impero. Gnu e mandrilli compresi. Nessun dubbio, Mufasa è il già Onorevole e Ministro Mario Landolfi.

Sebbene la capacità di organizzare per interposta persona gli auguri per il nuovo anno, e la centralità nelle dinamiche rinascimentali romane della nostalgica destra post alleanzina ne testimoniano l’esistenza in vita – a differenza del personaggio Disney da lui personificato – non c’è dubbio che, nelle intenzioni di Piazza, il re buono è lui. Ma a questo punto un dubbio mi assale. Simba, chi è? Mi gratto il capo da giorni. Perché se il consigliere Piazza avesse l’intenzione di personificare Simba, oltre il premio Oscar – ripeto – per il soggetto non originale, gli va riconosciuto anche il premio “Simbatia”.

Dimentica il consigliere Piazza, infatti, che il vecchio Re Leone – suo padre, Mufasa – non è morto, ma regna ancora sui leoncini che lo seguono in branco, e per ciò stesso pianifica di riprendersi il suo impero. Ove mai ciò non accadesse, il consigliere Piazza dimentica, inoltre, che nel branco di cui fa parte, oltre i leoni vi sono ben altri animali politici che bramano di vendicarsi ai danni di Scar, sognano di essere eletti come figliol prodigo e aspirano ad ascendere al Regno delle Terre del Branco.

Questa doverosa presa di coscienza desta un’ulteriore riflessione. Branco e Leone, infatti, sono due sostantivi diversamente declinati nella cinematografia d’autore del ventesimo secolo, che per assonanza non solo lessicale mi riportano alla memoria, appunto, un altro capolavoro del cinema questa volta tutto di matrice e di spessore culturale italiano.L’Armata Brancaleone, del fu Mario Monicelli.

Mi chiedo se il consigliere Piazza non abbia fatto un’enorme confusione e – idealizzando il suo rapporto con il branco, con il suo duce, e con il primo cittadino – non abbia sostituito con qualche splendida scena della fiaba Disney un’altra scena del capolavoro della commedia italiana in cui Brancaleone da Norcia, rivolgendosi alla sua armata, proferisce le famose parole: “Silenzio! Io vi sono duce! E però mi dovete obbedienza e dedizione.Lo nostro cammino sarà cosparso di sudore, lacrime et sanguine. Siete voi pronti a tanto? Respondete a una voce. Siete voi pronti a morire pugnando? Noi marceremo per giorni, settimane et mesi, ma infine averemo castella, ricchezze et bianche femmine dalle grandi puppe. Taccone: ‘nnalza le insegne!”. Ai posteri l’ardua sentenza.

Ermanno Miraglia, Nuovo Centrodestra Mondragone

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