Tasi, dal governo ok ad aumento per detrazioni alle famiglie

di Redazione

 Roma. I Comuni potranno aumentare le aliquote Tasi, la tassa sui servizi indivisibili municipali che sostituirà l’Imu, di un valore compreso “tra lo 0,1 e lo 0,8 per mille”.

Il governo tenta di chiudere settimane di polemiche con sindaci e partiti annunciando quella che dovrebbe essere l’ultima parola sulla tassazione degli immobili. “Ai comuni sarà concessa per il 2014, esclusivamente allo scopo di deliberare a favore delle famiglie e dei ceti più deboli ulteriori detrazioni rispetto a quelle già previste dalla legge di Stabilità, la possibilità di decidere un incremento delle aliquote al di sopra dei massimi attualmente consentiti”, annuncia la presidenza del Consiglio in una nota.

La nuova struttura della Tasi vedrà la luce con un emendamento al decreto 151 del 2013, che contiene i circa 400 milioni di fondi per il comune di Roma. L’ennesimo maquillage fiscale sulla casa nasce dalla rivolta dei Comuni, che hanno detto di perdere 1,5 miliardi con l’introduzione della Tasi. I sindaci avevano chiesto di poter aumentare al 3,5 dal 2,5 per mille l’aliquota massima della Tasi prevista nel 2014. La proposta iniziale del Tesoro limitava l’incremento allo 0,5 per mille.

Palazzo Chigi promette che l’incremento “non comporterà alcun aumento della pressione fiscale”. La presidenza del Consiglio spiega che “i comuni saranno liberi di decidere” come ripartire l’incremento “tra le diverse basi imponibili”. Quindi, alcuni comuni potranno aumentare il prelievo sulle prime case, altri alzeranno le tasse sulle case diverse dall’abitazione principale, altri ancora decideranno di distribuire l’aumento sulle varie tipologie di immobile. “C’è la massima libertà per i comuni”, spiega una fonte governativa.

E dal 2015? La fonte riferisce che nulla dovrebbe cambiare rispetto a quanto prevede la legge di Stabilità. Di conseguenza, sulle abitazioni principali l’aliquota massima sarà pari al 6 per mille. Sugli altri immobili, Imu e Tasi insieme peseranno al massimo il 10,6 per mille.

Il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, ha sottolineato che l’emendamento del governo farà “un passo avanti nel chiarire la natura federale dell’imposta, evitando di dover intervenire su una tassa che viene decisa e formulata al centro ma che viene amministrata in periferia”. E a chi gli chiedeva se, date le ultime novità sulle aliquote, il conto 2014 potrebbe essere più salato ha risposto: “No penso di no”.

Per il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Graziano Delrio si tratta di una misura che è finalizzata a una maggiore equità e non a maggiori tasse”. E aggiunge: “Abbiamo sempre sostenuto che si dovesse individuare la possibilità per le famiglie meno abbienti di usufruire di detrazioni attraverso la flessibilità delle aliquote”.

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