Strage di Caselle, confessa il pluriomicida. “Ha ucciso per un debito”

di Mena Grimaldi

 Torino. Svolta nelle indagini sulla strage di Caselle: nel corso della notte i carabinieri del nucleo investigativo di Torino hanno sottopostoa fermo Giorgio Palmieri, 56 anni, pregiudicato,di Torino,responsabile della mattanza.

L’uomo èilconvivente dell’ex domestica della casa e haconfessato il triplice omicidio.La domesticaera stata licenziata dopoalcuni dissidi con gli anziani: pare tra l’altro chefosse sospettata di aver rubato una collanina. “E stata fondamentale la testimonianza del figlio”, spiega Domenico Mascoli, capo del nucleo investigativo dei carabinieri di Torino.

“Siamo partiti – ha spiegato – con un’attività serrata di indagine e siamo partiti da un sopralluogo molto attento con i Ris di Parmache ci ha permesso di restringere il campo a un certo novero di persone che potevano accedere alla famiglia e alla villa. E poi ci sono i testimoni, è stata fondamentale la testimonianza delfiglio, sentito ripetutamente e lungamente e ci ha fornito molti elementiper arrivare alla soluzione del caso. Poi ci sono le attività tecniche. Ieri sera siamo intervenuti localizzando il soggetto in casa a Torino e poi l’interrogatorio è durato tutta la notte.Il fermato ha confessato e la sua testimonianza è al vaglio della magistratura”.

“E’ arrivato per ottenere dei soldi, presentandosi con lascusa di voler restituire un precedente prestito di 500 euro. Gli hanno offerto un caffè. Si è recato in bagno, poi è uscito e ha scatenato la furia. Prima ha ucciso i due coniugi, poi la donna più anziana perché l’aveva riconosciuto. E’ la ricostruzione dell’omicidio presentata dagli inquirenti.

In meno di tre giorni, dunque,i carabinieri hanno risolto la vicenda del massacro di Caselle dove sono stati uccisi Claudio Allione, 66 anni, la moglie Maria Angela Greggio, 65 , e la suocera Emilia Campo Dall’Orto, 94 anni.Palmieri ha colpito con un tagliacarte prima Allione, poi la moglie Maria Angela einfine la suocera Emilia,quest’ultima coperta con un lenzuolo, quasi come se l’omicida si fosse pentito di averla uccisa.

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