Renzi: “Su riforme cercano di fermarmi ma io non mollo”

di Redazione

 Roma. “Legge elettorale seria, via Senato e province, cambiare le regioni. Mi hanno votato per questo. Molti cercano di frenare. Ma io non mollo”.

Il segretario del Pd Matteo Renzi su Twitter, all’indomani della direzione del Pd e del faccia a faccia tra il segretario e il premier Letta, tornare a insistere sui temi che più gli stanno a cuore e che definisce il cuore del mandato delle primarie.

Giovedì, in serata, un faccia a faccia di un paio d’ore a cena a Palazzo Chigi tra Letta e Renzi non ha portato a un’intesa definitiva tra i due. Il colloquio era stato preceduto da un botta e risposta a distanza in cui, dopo il duro giudizio di Renzi sul governo in tema di riforme, era seguita la replica del premier. “Sono d’accordo con Renzi sulla necessità di un nuovo inizio dell’azione di governo. Mi sono impegnato in questa direzione e conto di arrivare ad un risultato positivo a breve. Ovviamente, ho un giudizio diverso sui nove mesi di lavoro, in uno dei tempi più complessi e travagliati della nostra storia recente, che questo governo ha dietro le spalle”.

“Letta ha fatto un commento positivo e uno negativo – ha replicato Renzi – non mi interessa la parte negativa, il giudizio sui mesi passati è quello che si sente nei mercati rionali. Il tema non è il giudizio sul passato ma se facendo le riforme cambiamo il paese. Io rischio il tutto e per tutto ma senza svolta il Pd muore alle elezioni del 25 maggio”.

Nel faccia a faccia tra i due sono poi stati affrontati vari temi senza arrivare però allo sblocco della situazione. Il premier, riferiscono fonti parlamentari, avrebbe avvertito il segretario del Pd sui rischi del modello spagnolo, ma soprattutto sulle conseguenze che potrebbero arrivare qualora Matteo Renzi decidesse di chiudere un’intesa solo con Forza Italia.

Per Letta, infatti, un incontro con Berlusconi (che Renzi potrebbe avere oggi o domani) rischia di trasformarsi in una sorta di trappola, perché Berlusconi potrebbe approfittare delle divisioni interne al Pd e pensare di andare al voto a maggio con l’election day proprio con il proporzionale. La discussione resta aperta, spiegano fonti parlamentari vicine al presidente del Consiglio, che vedono come “decisivi” i prossimi giorni.

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