Legge elettorale, Renzi lancia “Italicum”

di Mena Grimaldi

 Roma. “È arrivato il momento di far vedere che la politica non è solo discussione perché se la politica smette di fare politica a si mette a discutere, discutere e discutere smette di essere politica e diventa bar sport. Dobbiamo decidere se essere politica o bar dello sport”.

Queste le parole del segretario del Pd, Matteo Renzi, che durante la Direzione ha proposto il doppio turno coalizione sul testo di legge elettorale. “Chiamatelo Italicum senza problemi”, ha specificato, aggiungendo:

“L’Italicum consente al Pd di potersi giocare la partita per il governo. E non esclude le alleanze ma che siano alleanze per governare, non servano solo vincere per vincere”.

La proposta di legge elettorale prevede “l’assegnazione di un premio di maggioranza a chi abbia preso almeno il 35% dei voti che porti al 53% minimo e al 55% al massimo”, annuncia Matteo Renzi alla direzione Pd. Il premio dunque sarà “al massimo del 18%” , in modo da evitare profili di incostituzionalità. Un modo per evitare il ritorno a un governo delle larghe intese.

Se nessuno ottiene il 35% “c’è la possibilità di un doppio turno, più precisamente un ballottaggio non tra due candidati premier ma tra due coalizioni, simboli o agglomerati di simboli che senza apparentamento rigiochino la partita di fronte elettori”.

Resterebbero – sempre secondo quanto viene anticipato – le mini liste bloccate di sei candidati per circoscrizione e gli sbarramenti: al 5% per i partiti in coalizione e quello dell’8% per le forze che si presentano da sole. Con l’opzione ballottaggio Renzi punta a fare in modo che non si ripeta ciò che è accaduto a febbraio scorso, ossia un Parlamento senza maggioranza e l’obbligo di ricorrere alle larghe intese.

“Il 15 febbraio la segreteria andrà a chiudere il pacchetto della proposta sul superamento del Senato e avremo 20 giorni per discutere con altri partiti. Nella seconda meta di febbraio presenteremo il ddl costituzionale per arrivare all’ok in prima lettura al Senato entro il 25 maggio”, così Matteo Renzi in direzione.

“Sul Senato – spiega – mettiamo paletti condivisi con il principale partito dell’opposizione, Fi, e sono il superamento del bicameralismo perfetto, ovvero la fiducia spetta solo ad una Camera e c’è l’eliminazione dell’elezione diretta dei membri e l’indennità. E questo ha ricadute evidenti nel numero dei parlamentari ed è un segnale nella battaglia contro l’antipolitica perché Grillo non lo asciughi con gli algoritmi ma con la politica. Potremo dire agli italiani che la prossima volta non voteranno più per il Senato”.

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