Italicum, Letta: “Se c’è accordo il più felice sono io”

di Redazione

 Roma. E’ scaduto alle 13 il termine per la presentazione degli emendamenti alla riforma elettorale, ma il dibattito intorno ai vari aspetti dell’Italicum non sembra placarsi.

A blindare il testo dell’accordo ci pensa Matteo Renzi. “Questa legge elettorale non può saltare per uno 0,5%” ha detto il segretario del Pd a margine di un’iniziativa a Firenze spiegando che se “ci saranno tantissimi emendamenti, è ovvio, ci confronteremo su tutti.

Lo scopo è trovare un accordo complicato ma possibile”. E ha aggiunto: “Se si affossa” la legge elettorale “è difficile pensare a uno spazio di speranza per questa legislatura. Ma io sono ottimista”. Con la riforma elettorale, sottolinea, “si rafforza il rapporto tra cittadino ed eletti”.

Fiducia per la riforma elettorale viene espressa anche da Enrico Letta che, nel corso della conferenza stampa del vertice bilaterale con la Spagna, si è detto “fiducioso che l’iniziativa dei principali partiti sulla legge elettorale e sulla fine della zavorra del bicameralismo perfetto, in particolare del mio, possa arrivare a risultato positivo che rafforza il governo. Se c’è accordo il più felice sono io”. Una riforma che secondo il premier, rende ” l’Italia più forte” in Europa.

In un’intervista al Messaggero, Renzi afferma che se le Camere votano la legge elettorale “hanno l’opportunità di riscattarsi dalla brutta pagina dell’elezione del presidente della Repubblica”, quando un centinaio di franchi tiratori fermò l’elezione di Romano Prodi, e si può avviare una “stagione costituente” arrivando con la legislatura “perfino al 2018”. Ma, avverte il sindaco di Firenze, se la riforma elettorale dovesse venire affossata sfruttando il voto segreto, “andiamo subito a votare con la legge proporzionale” che ci ha lasciato la Consulta, perché sarebbe la conferma che il Parlamento è “inaffidabile”.

Margini per cambiare qualcosa della legge elettorale, spiega il leader Pd, “ci sono sempre se c’è l’accordo dei contraenti. Per esempio sarebbe intelligente alzare la soglia minima di raggiungimento del premio portandolo dal 35 al 38%. Ne stiamo parlando già da qualche giorno con FI e Ncd e consentirebbe di ridurre l’entità del premio di maggioranza al 15%”, dice Renzi. “Ogni legge è migliorabile, ma contesto il metodo di coloro che parlano di preferenze per portare a casa altro”.

Al sindaco di Firenze risponde però Angelino Alfano che, dalle pagine di Repubblica, sostiene che “Renzi ha detto che è Berlusconi a non volere le preferenze, Grillo le vuole, tutti gli altri pure. Se questo è vero, significa che l’intesa è bloccata solo da Forza Italia. Ma non credo sia utile per loro assumersi la responsabilità storica di mantenere in vita la parte più odiosa e criticata del Porcellum, le liste bloccate”.

Il leader di Ncd sostiene poi di non cercare “accordi con la minoranza del Pd per sfruttare il voto segreto. Parlo a viso aperto e spero in un’intesa in 24 ore”. In merito a un’alleanza tra Ncd e Forza Italia in caso di elezioni anticipate, “il centrodestra vince solo se è una coalizione, perché se lo scontro elettorale fosse tra Pd e Forza Italia, Renzi resterebbe avanti di dieci irrecuperabili punti”, dice Alfano. “Noi speriamo di poter costruire il ‘nuovo’ centrodestra e non vorremmo essere costretti a costruire un ‘altro’ centrodestra”.

Sulla questione Di Girolamo, le cui dimissioni sono state accettate da Enrico Letta che ne ha assunto l’interim, Matteo Renzi taglia corto. “Non so. Io mi occupo di riforme, di lavoro, di tagli ai costi della politica. Il governo e i ministri – spiega il sindaco di Firenze – sono un problema di Letta”. Da parte sua Alfano invece difende la collega di partito: “Nunzia in Parlamento si è difesa bene, ha usato parole chiare. Io le ero seduto accanto e lo rifarei”. Il rapporto tra De Girolamo ed Enrico Letta, prosegue, “è sempre stato molto solido e amichevole. Evidentemente si aspettava un’attestazione più calorosa da parte del premier”.

Diversi gli emendamenti in arrivo dai vari partiti. Dal Pd ne sono arrivati 35, di cui uno solo unitario (quello che chiede al governo di ridisegnare i collegi elettorali). Gli altri, trasversali, chiedono l’abbassamento della soglia per i singoli partiti all’interno di una coalizione dal 5 al 4%; altri sono relativi alla soglia dell’8% da portare al 6%, mentre altri ancora chiedono di innalzare la soglia per ottenere il premio di maggioranza.

Alcuni chiedono le primarie per legge e l’introduzione delle preferenze. Undici invece gli emendamenti presentati dal Ncd, tra cui uno che chiede l’eliminazione del divieto delle pluricandidature e un altro che chiede l’eliminazione dal testo base delle norme relative al Senato. Anche gli emendamenti di Scelta Civica chiedono l’innalzamento della soglia di accedere al premio di maggioranza. Una sessantina invece gli emendamenti presentati dal M5S.

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