Imu-Bankitalia, approvato il decreto: bagarre alla Camera

di Redazione

 Roma. La Camera ha approvato in via definitiva la conversione in legge del decreto su Imu e quote Bankitalia nell’ultimo giorno disponibile prima della decadenza, tra le proteste dei grillini.

Il presidente di Montecitorio Laura Boldrini ha aperto la votazione, dopo avere troncato, con una decisione senza precedenti applicando la cosiddetta procedura parlamentare della ghigliottina, il dibattito che proseguiva da due giorni per l’ostruzionismo del Movimento 5 stelle.

A votazione aperta i deputati M5S si sono gettati sul banco del governo occupandoli e hanno cominciato a fischiare con fischietti. Alcuni erano imbavagliati. E’ scoppiata quasi una rissa. I deputati Fdi hanno buttato monete di cioccolata. Dal Pd è stato urlato “Fascisti, Fascisti”.

Erano due le condizioni alle quali il Movimento 5 Stelle era disposto a interrompere l’ostruzionismo: approvare subito una proposta di legge in commissione in sede deliberante per scongiurare il pagamento dell’Imu sulla prima casa o stralciare le norme su Bankitalia dal decreto all’esame dell’Aula di Montecitorio.

Conti alla mano, i deputati di Beppe Grillo a Montecitorio avrebbero avuto a disposizione per parlare, solo in dichiarazione di voto finale, dieci minuti a testa: per la bellezza di quasi diciassette ore. Se quindi i Cinque Stelle avessero utilizzato tutto il tempo a loro riservato dal regolamento si sarebbe finito dopo le tre del mattino a decreto già scaduto.

Ma per evitare che il decreto decadesse Boldrini ha utilizzato lo strumento detto della “ghigliottina” (o “tagliola”) per ridurre gli interventi, determinando un precedente non di poco conto per questo espediente, che nella storia repubblicana alla Camera più volte è stato minacciato ma mai attuato per i chiari risvolti politici che lo caratterizzano.

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