Casa squillo, Masi su arresto vigile urbano: “Spero sia un equivoco”

di Nicola Rosselli

 Carinaro. Una villetta di recente costruzione in una zona di espansione alla periferia del piccolo centro il cui territorio è praticamente tutt’uno con quello di Aversa, incuneandosi a vicenda, senza soluzione di continuità alcuna.

A Carinaro, da venerdì mattina, quando si è sparsa la notizia del centro estetico a luci rosse, non si fa che parlare d’altro, soprattutto nei bar che si affacciano su piazza Trieste. Per non parlare degli uffici comunali, direttamente coinvolti con l’arresto di un vigile urbano.

L’argomento dei capannelli è quasi d’obbligo. Ma quello che più sorprende i più è che di quella villetta, ufficialmente centro estetico, i carinaresi sapessero ben poco per non dire nulla. Pare, infatti, che i clienti delle avvenenti “massaggiatrici” venissero tutti da fuori, come dimostrano anche le generalità delle persone coinvolte, tra cui il 57enne di Gricignano, Andrea Di Luise, proprietario dell’immobile. L’unico della zona, infatti, oltre al vigile urbano, ad essere arrestato il proprietario dell’immobile. Una villetta anonima, come tante altre in quella zona. Una zona che qui in paese consideravano più organica a Gricignano che a Carinaro, aggrovigliata com’era sul limitare di un confine incerto, solo amministrativo.

Una zona a poco più di un chilometro dagli svincoli di Carinaro dei due assi di supporto. Un’ubicazione che rendeva più facile il raggiungimento della casa a luci rosse da parte dei clienti. “Un vigile modello, forse troppo umano. Un giudizio non solo mio, ma dell’intero paese. Una persona irreprensibile, almeno per quanto a conoscenza di tutti noi” dichiara, intanto, Mario Masi, sindaco di Carinaro, non nascondendo la propria sorpresa sia per la notizia in sé che per il coinvolgimento del vigile urbano Vincenzo Picone, ex carabiniere cinquantenne, facente parte di una famiglia che ha dato all’Arma diversi uomini validissimi, da poco meno di 15 anni agente di polizia municipale nel paese dell’agro aversano.

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“La notizia – ha continuato il primo cittadino carinarese – ci ha sorpreso non poco. Mai avremmo ipotizzato il comportamento di Picone in una vicenda di questo tipo. Pur avendo fiducia nell’operato della magistratura, spero sia un equivoco dettato soprattutto dal fatto che il vigile urbano si dimostrava sempre disponibile nel cercare di aggiustare le cose in maniera meno indolore possibile, ma sempre nel rispetto della legge. Proprio per questo suo atteggiamento a Carinaro è benvoluto e conosciuto. Forse, nel caso specifico, avrà invitato i titolari del presunto centro estetico a mettersi in regola anche perché, da quanto sembra, pare avesse anche detto che riteneva la nascita di un centro estetico in paese un accadimento positivo per la collettività carinarese e queste sue parole potrebbero essere state travisate. Al momento, non conoscendo a fondo l’intera vicenda non credo di poter aggiungere altro se augurargli di dimostrare, se così fosse, la propria estraneità ai fatti contestati che sono gravissimi”.

Per quanto riguarda l’aspetto amministrativo, il sindaco Masi, dopo aver spiegato che si tratta di una villetta ubicata nella zona nuova di Carinaro, in una traversa di via Larga, dichiara di aver ricostruito sommariamente la vicenda. A quanto pare, i titolari avrebbero chiesto un cambio di destinazione d’uso dell’immobile. La pratica sarebbe stata affidata al vigile in questione che avrebbe evidenziato ai richiedenti l’effettuazione di alcuni adempimenti. Successivamente, poi, non si sarebbe più curato della pratica, e gli atti sarebbe rimasti fermi. I motivi di questa situazione di stallo sarebbero alla base delle accuse al vigile. Ovviamente, le spiegazioni potrebbero essere molteplici.

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