Casa squillo, i carinaresi: “Non siamo un paese a luci rosse”

di Nicola Rosselli

 Carinaro. “Carinaro a luci rosse? Assolutamente no!”. Gli abitanti di Carinaro dopo la scopertadella casa di appuntamentiche offriva avvenenti donne a professionisti e a manager ci tengono a sottolineare che quella anonima villetta di periferia era completamente sconosciuta a loro.

Qualcuno, fra i tanti che sostano nei pressi dei bar che si affacciano sulla centralissima piazza Trieste, tra il serio e il faceto afferma: “Che peccato non averlo saputo prima!”. E, in effetti, quella villetta è ubicata in una zona periferica, un’area, a ridosso con Gricignano, quasi non considerata facente parte di Carinaro. Non a caso anche il proprietario dell’immobile, anch’egli arrestato, è residente a Gricignano. Il paese, le sue attività, anche quelle amministrative, sono legate sincronicamente alle attività della parrocchia dedicata alla protettrice Sant’Eufemia.

La vita del paese, in questi giorni sulle barricate per la smobilitazione che si paventa per gli stabilimenti Indesit presenti nella vicina zona industriale, ha visto come protagonisti in questo ultimo cinquantennio due sacerdoti: don Gennaro Morra (che ha realizzato la bella e moderna chiesa in pieno centro cittadino) e l’attuale arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe, che a Carinaro è nato ed ha famiglia, dalla quale torna appena può, respirando l’aria di casa.

I capannelli, come dicevamo, continuano ad avere come unico argomento questa vicenda (e chissà per quanto tempo ancora sarà così), con un’inutile caccia a qualcuno che sapeva. In un salone di barbiere incrociamo l’assessore con delega alle politiche sociali Giuseppe Barbato, politico di lungo corso, che dichiara: “Siamo di fronte ad una vicenda che veniva da lontano, che a Carinaro non aveva legami particolari se non quella villetta ubicata in una zona che è lontana dal cuore del nostro paese. Proprio per questo per la stragrande maggioranza di noi si è trattato di un fulmine a ciel sereno. Questo tipo di episodi è lontano anni luce da quella che è la nostra cultura, le nostre tradizioni. Tra ieri e oggi non ho fatto altro che registrare il disgusto dei miei concittadini. La gente è effettivamente disgustata di quanto scoperto e dispiaciuta per il fatto che l’episodio sia accostato al nostro paese”.

Barbato non dimentica, infine, il vigile urbano, attualmente agli arresti domiciliari, Vincenzo Picone, 50 anni, che è accusato di aver chiuso un occhio sulle attività del centro benessere a luci rosse. “Premesso che ho fiducia nell’operato della magistratura, – ha dichiarato Barbato – non posso non esprimere piena solidarietà al vigile urbano coinvolto. Con questo manifesto uno stato d’animo che è proprio della stragrande maggioranza dei carinaresi. Picone è conosciuto in paese come una persona ligia al proprio dovere e sempre disponibile ad aiutare i concittadini cercando di risolvere loro i problemi. Non vorremmo che questa sua disponibilità sia stata equivocata, confusa come una connivenza”.

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