Sostegno alla famiglia, Sagliocco al convegno sul “Caregiver”

di Redazione

 Aversa. Un focus sulla figura del Cargiver e la sua crescente importanza all’interno della società di oggi.

È stato questo il punto centrale dell’appuntamento di mercoledì pomeriggio presso il centro culturale “Caianiello” di Aversa dove è stato presentato il progetto “Pensiamo su”, una sperimentazione di azioni positivi a sostegno e supporto di persone colpite da malattie invalidanti. Un progetto al quale hanno collaborato la cooperativa Agorà, il consorzio Cori, la cooperativa Solidarietà, Clanio Onlus e l’associazione Tramonto. L’appuntamento di mercoledì è stata l’occasione per presentare i risultati di un anno di lavoro che hanno testimoniato l’importante di dare sostegno, fisico e psicologico, alla figura del Caregiver (letteralmente colui che dà assistenza) per migliorare, così, anche la vita del malato che assiste.

I lavori, moderati dal giornalista Giuseppe Perrotta, sono stati aperti dal saluto del sindaco di Aversa, Giuseppe Sagliocco, che ha affermato: “Nell’ambito delle politiche sociali, come Comune di Aversa, stiamo facendo dei grandi passi in avanti per assicurare assistenza materiale e non per stare accanto a chi soffre ed alle famiglie meno abbienti. Continua in questa direzione il nostro impegno sempre in prima linea”. È stato poi il professore Sergio Canzanella ad entrare nello specifico, tramite un video di presentazione, del progetto Caregiver e dell’importanza di questa figura nel tessuto sociale e familiare.

Un’importanza sottolineata anche dalla dottoressa Emilia Gagliardi, referente dell’Unità operativa anziani dell’Adi dell’Asl di Caserta, che, parlando delle proprie esperienze personali, ha sottolineato come sia necessario dare un apporto al Caregiver per sostenerlo in un’attività che provoca stress e difficili relazioni sociali. I risultati del progetto sono stati poi presentati da Costanzo Feo, presidente della cooperativa Agorà, il quale non ha nascosto le difficoltà ad entrare in contatto coi Caregiver.

“All’inizio c’è stata grande diffidenza – ha sottolineato – ed anche qualche problema legato alla privai dei singoli soggetti. Ma una volta entrati in contatto ci hanno aperto le braccia”.

Nel corso dell’appuntamento sono state lettere anche due lettere di una mamma e di un papà che si sono trovati ad affrontare le malattie dei propri congiunti in condizioni molto difficili e che hanno voluto testimoniare l’importanza del supporto psicologico che gli è stato dato dagli operatori ed i professionisti delle cooperative impegnati nel progetto.

Ed i risultati, del resto, parlano chiaro. I Caregiver sono in una situazione di ‘sovraccarico’ (l’80% di quelli intervistati) che li porta ad annullare se stessi e ad isolarsi dal mondo esterno. Una situazione che non gli consente di assistere i propri congiunti nel miglior modo possibile. Un evento che si ripropone soprattutto nel mondo delle donne che rappresentano la maggior percentuale di Caregiver presente sul territorio.

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