Odontoiatria, Asl risponde a sos di Pupia

di Antonio Arduino

 Aversa. Il 24 novembre 2013, da queste colonne, avevamo dato voce ai cittadini che segnalavano le difficoltà create agli utenti del poliambulatorio di via Di Giacomo che avevano necessità di effettuare cure odontoiatriche per l’assenza, giustificata da malattia, di uno specialista comunicata con un cartello scritto a mano, datato 4 novembre affisso alla porta di ingresso all’ambulatorio.

Nel darne notizia sottolineavamo le difficoltà di tipo economico e materiali di doversi rivolgere a uno specialista che non operi su presentazione della ricetta del sistema sanitario nazionale, quindi pagare le cure di tasca se c’è la possibilità, o trovare una soluzione alternativa facendo riferimento a strutture convenzionate che dipendono da aziende sanitarie di altre province. Considerando che i costi di queste cure gravano comunque sulle casse dell’Azienda sanitaria locale di Caserta era parso logico chiedere perché non fosse stata disposta la sostituzione del medico assente. Perché, a nostro parere, trattare gli ammalati nell’ambulatorio di via Di Giacomo servendosi dell’opera di un sostituto sarebbe stato più economico di quanto sarebbero costate le stesse cure in strutture convenzionate dove per garantire la medesima prestazione si richiedono d’abitudine una serie di interventi aggiuntivi pagati tutti dall’Asl Caserta. Senza considerare il mancato incasso dei ticket, quando dovuti, che sarebbero entrati nelle casse dall’Asl Caserta. Posta la domanda aspettavamo risposta che, dopo quasi due mesi, è arrivata.

“L’unico specialista dell’ambulatorio di odontoiatria è ammalato e bisogna rivolgersi al Cup per una nuova prenotazione. Così si suggerisce in un avviso affisso nell’ambulatorio del Distretto Sanitario di Aversa. Come denuncia il portale online Pupia, il cittadino è costretto a fare riferimento all’altro specialista che presta servizio nella struttura solo una volta alla settimana e in orario pomeridiano o deve rivolgersi ad ambulatori dell’Asl Caserta ubicati in altri territori. Per questi disagi la Asl non può che scusarsi”, esordisce il comunicato emesso dall’azienda sanitaria.

Poi aggiunge: “Desideriamo segnalare anche le buone pratiche, prontamente percepite e segnalate dai cittadini, merito di tanti operatori che riescono a dare risposte appropriate agli utenti. Ad esempio, Il sig. Antonio Iorio ringrazia calorosamente il personale sanitario del reparto di terapia intensiva del presidio ospedaliero di Maddaloni: “Essendo rimasto colpito dalle capacità professionali di alto livello, dalla facile accessibilità nei rapporti con il personale medico, dalla disponibilità costante a fornire spiegazioni e a preoccuparsi dello stato di salute di mia moglie e anche degli altri pazienti”.

O, ancora: la Fondazione ‘A. De Sisto’ di Raviscanina ha assegnato al dottor Bruno di Maggio e a tutto il personale medico e paramedico della divisione di Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale di Piedimonte Matese da lui diretta il Premio Buona Sanità 2013 “per l’alta professionalità dimostrata nel campo e per il fattivo rilancio di una sanità sempre più efficace”.

Fin qui la nota dell’Asl che riportiamo integralmente facendo, però, osservare che le “buone pratiche” messe in atto nell’espletamento di una qualsiasi attività lavorativa, e ancora di più se si tratta di attività sanitarie, non possono essere una eccezione che merita la segnalazione dell’utente trattato con soddisfazione, ma devono essere una abitudine.

Lavorare con serietà, impegno, cortesia, disponibilità dovrebbe essere una regola seguita da tutti i lavoratori, non l’eccezione che merita l’elogio della persona che fruisce il servizio. Salvo eventi eccezionali, ricevere un elogio per avere compiuto nella dovuta, giusta, corretta e completa maniera il lavoro per il quale si viene pagati è un fatto ordinario.

Nessuno può pretendere di essere ringraziato, elogiato o premiato per avere fatto quanto dovuto ,espletando il ruolo sociale che occupa. Anzi ricevere un elogio dimostra che la persona elogiante ha avuto esperienze negative in occasioni analoghe precedenti, ricevendo trattamenti quanto meno non deontologicamente corretti. Questi si che andavano segnalati.

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