Tangenti sui rifiuti nel Milanese: 26 arresti, tra cui un sindaco

di Redazione

 Milano. Ventisei arresti, appalti per un valore complessivo di oltre 260 milioni di euro attraverso il pagamento di tangenti a politici locali e funzionari pubblici che, in cambio, si sarebbero adoperati per manipolare le gare d’appalto.

A Milano finiscono nei guai l’ex presidente di Amsa, Sergio Galimberti, l’ex direttore generale, Salvatore Cappello, il sindaco di Pioltello, Antonio Concas. Ma l’inchiesta si allarga anche oltre i confini lombardi. Nel mirino della procura c’è anche il vicesindaco di Frosinone, Fulvio De Santis che si è subito dimesso.

Al centro dell’indagine c’è la Sangalli Giancarlo, società monzese leader in tutta Italia nel settore della raccolta, dello smaltimento dei rifiuti e dei servizi ambientali: il titolare è finito ai domiciliari mentre i due figli in carcere. Il pm Salvatore Bellomo, che ha coordinato l’indagine con la collega Giulia Rizzo, ha parlato di un “sistema Sangalli” con cui il titolare dell’azienda “ha corrotto mezza Italia”.

Tra gli appalti finiti nel mirino degli inquirenti quelli per la raccolta dei rifiuti dei comuni di Monza, Andria, Canosa, Frosinone (non ancora assegnato) e per la pulizia di spurghi, manutenzione tombini assegnati tra il 2002 e il 2012 alla metropolitana milanese.

Quelli di Monza e Andria sono solo due degli episodi di appalti legati allo smaltimento rifiuti ottenuto grazie al “Sistema Sangalli”. La società interessata è una delle più grandi aziende che si occupa di gestione dei rifiuti e ha appalti in 84 comuni.

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