Primarie, Renzi si prende il Pd: “Basta con le correnti”

di Redazione

 ROMA. “Tocca a noi, tocca ad una nuova generazione, e stavolta il cambiamento sarà vero”. Queste le prime parole da segretario del Partito Democratico di Matteo Renzi, vincitore delle primarie tenutesi l’8 dicembre.

A spoglio quasi ultimato, il sindaco di Firenze è accreditato del 67,8% dei consensi, in largo vantaggio sugli avversari Gianni Cuperlo (18%) e Giuseppe Civati (67,8%). “Adesso tocca a noi. Gli italiani ci hanno chiesto di far correre il Paese. Ci hanno chiesto di cambiare il gruppo dirigente della sinistra italiana. E’ arrivato il momento di scrivere la nostra storia. Grazie a tutti voi”, ha scritto sulla sua pagina di Facebook il neo segretario che sarà a Roma nelle prossime ore e, tra gli altri impegni, potrebbe anche avere un incontro con il premier Enrico Letta, in partenza per il Sudafrica dove guiderà la delegazione italiana che renderà l’ultimo saluto a Nelson Mandela. Nessuna conferma ufficiale al momento dai diretti interessati su questa prima presa di contatto che, in ambienti della maggioranza, viene comunque dato per scontato prima del dibattito parlamentare di mercoledì sulla fiducia.

“RISULTATO COMMOVENTE”. Nel suo primo discorso da segretario, Renzi ha ringraziato tutti, i suoi sfidanti, la sua famiglia e lo staff che lo ha accompagnato: “Partendo da zero – ha detto – abbiamo raggiunto risultati straordinari”. “Grazie – ha poi aggiunto – soprattutto ai cittadini, oggi hanno dato vita a un risultato a dire poco commovente, gli italiani hanno avuto il coraggio di fidarsi”.

LEGGE ELETTORALE. Tra i temi affrontati quello della legge elettorale: “Dopo la sentenza della Consulta qualche politico di lungo corso neocentrista ha brindato. Ma stasera, con il risultato delle primarie, quella bottiglia gliela abbiamo mandata di traverso. Il bipolarismo è salvo”. “Il Pd – ha aggiunto – metterà tutto il proprio impegno per una legge elettorale che garantisca il bipolarismo, che tagli i costi della politica. Abbiamo avuto questi voti per scardinare un sistema. Non può bastare essere iscritto al club degli amici per amici per avere un ruolo, non sostituiremo un gruppo dirigente con un altro. Non c’è amicizia più grande di chi dice le cose in faccia”.

L’intervento di Renzi dopo la vittoria

“NON E’ LA FINE DELLA SINISTRA”.

Un risultato che, ha ribadito Renzi, “non è la fine della sinistra, è la fine di un gruppo dirigente della sinistra. Stiamo cambiando i giocatori, noi non stiamo andando dall’altra parte del campo”. “Basta con le correnti – ha aggiunto – e cominciamo da quella renziana che da stasera è ufficialmente sciolta”.

“RISPOSTA AL VAFFADAY”. Spazio anche per una stoccata a Grillo e al M5S: “Oggi qualche milione di italiani, vincendo lo stesso disgusto, è andato ai seggi per il giorno della proposta e per dire cosa vogliamo fare per l’Italia. Questa è la risposta al Vaffaday, la risposta di chi non vuole insultare e non fa liste di proscrizione”.

GLI SCONFITTI. I due candidati sconfitti hanno espresso i migliori auspici per il lavoro del gruppo dirigente che si andrà ad insediare alla segreteria. “Abbiamo un grande partito – ha sottolineato Civati – Vorrei che abbia anche coraggio: con questo gruppo dirigente possiamo farle le elezioni e possiamo anche vincerle. E già la prossima settimana possiamo fare una nuova legge elettorale”. Cuperlo ha invece sottolineato che l’impostazione data a una campagna che ha messo al centro la riscoperta dei valori della sinistra “non si esaurisce e sarà un contributo costante al quale cercherò di dedicare le mie energie”.

LETTA, EPIFANI, PRODI. Anche il premier Enrico Letta ha subito commentato con favore il risultato della consultazione: “Lavoreremo insieme con uno spirito di squadra che sarà fruttuoso, utile al Paese e al centrosinistra”.Pochi minuti dopo la chiusura dei seggi aveva preso la parola il segretario reggente, Guglielmo Epifani, esprimendo grande soddisfazione per l’andamento del voto “oltre ogni previsione”. Romano Prodi, che negli ultimi giorni ha confermato a sorpresa la sua presenza ai seggi dopo che nei mesi scorsi aveva annunciato di non volere partecipare alle consultazioni, ha anche lanciato un monito a tutte le anime del partito: “Se il Pd si dimostra non rissoso e unito, con un programma comune studiato, discusso e approfondito non può che vincere; altrimenti non può che perdere”.

AFFLUENZA. Positivo il dato sull’affluenza. Il flop che molti paventavano non c’è stato. Gli elettori del Pd hanno risposto in gran numero alla chiamata per la scelta del nuovo segretario. Già alle 17 era stata superata la soglia psicologica dei 2 milioni di votanti, sotto la quale il risultato sarebbe stato considerato negativo. Il dato definitivo si conoscerà solo a spoglio ultimato. Le code registrate ai seggi per tutta la giornata hanno fatto dire agli organizzatori che probabilmente saranno superati anche i 2 milioni e mezzo. Erano stati 2 milioni e 800 mila quelli che un anno fa parteciparono al ballottaggio Bersani-Renzi.

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