Al Buonarroti la giornata della Legalità con Roberti e Conzo

di Redazione

 CASERTA. Una gremita aula magna dell’Istituto Tecnico “Buonarroti” di Caserta ha ospitato venerdì pomeriggio 29 novembre una “lezione” quanto mai insolita, ma molto istruttiva. Relatori d’eccezione il Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti e il Sostituto Procuratore della Dda di Napoli Giovanni Conzo

… che davanti ad una folta platea di studenti, docenti e numerose personalità del mondo militare, civile e della magistratura hanno parlato del loro difficile impegno di magistrati nella lotta per la legalità. L’incontro è stato promosso dalla Fondazione Nazionale Italiana per la Legalità e lo Sviluppo intitolata al pluridecorato Generale dei Carabinieri “Ignazio Milillo”, di cui il figlio Gian Fausto, anch’egli generale, ne è il presidente. A fare gli onori di casa la dirigente Antonia Di Pippo che ha sottolineato l’importanza della giornata della legalità che, tra l’altro quest’anno, nel cinquantesimo anniversario dell’istituzione del Buonarroti, ha visto la presenza di illustri ospiti al tavolo dei relatori e in platea.

I lavori sono stati aperti e moderati dalla responsabile provinciale della Fondazione “Milillo”, Adriana Gallo. Il presidente nazionale Gian Fausto Milillo, per la seconda volta al Buonarroti, nel suo intervento si è rivolto ai giovani invitandoli al rispetto della legalità anche nelle piccole cose, soprattutto al di fuori della realtà scolastica. L’evento ha visto anche la collaborazione del Dipartimento di Scienze Politiche “Jean Monnet” della Sun, il cui direttore Gian Maria Piccinelli ha sottolineato che il dipartimento è da sempre attento al tema della legalità e della giustizia e ha proposto una sorta di collaborazione tra gli studenti del Buonarroti e gli universitari per rafforzare il rapporto di solidarietà tra i giovani.

All’incontro hanno preso parte numerose autorità civili e militari. Sono intervenuti, tra gli altri, il vice prefetto Michele Campanaro, il Questore di Caserta Giuseppe Gualtieri, il Comandante provinciale dei Carabinieri Colonnello Giancarlo Scafuri, il Comandante della Compagnia di Caserta, Capitano Raffaele Romano, nonché il Comandante della Stazione di Caserta Luogotenente Antonio Marrone. Hanno partecipato altresì il vice presidente della Camera di Commercio di Caserta, nonché presidente della Confesercenti Caserta Maurizio Pollini, Gianluigi Traettino, presidente Ance di Confindustria Caserta, il comandante della Polizia Municipale Alberto Negro, che ha portato i saluti del sindaco Pio Del Gaudio, il vice presidente nazionale Fiavet Andrea Costanzo ed il Colonnello Giuseppe Casapulla, responsabile dell’ambiente Lyons Club Caserta Reggia.

Il Procuratore Nazionale Antimafia, Franco Roberti ha tenuto una vera e propria lezione di diritto agli studenti delle quinte seduti in platea invitandoli a leggere i primi cinquantaquattro articoli della Costituzione. Per il Procuratore, il diritto è “materia vivente, un’arma per l’affermazione di noi stessi – ha detto – senza diritto non siamo niente! In quanto cittadini – ha aggiunto – tutti noi siamo titolari di diritti e doveri: dunque ci dobbiamo sempre adoperare per la loro difesa”.

Dal Procuratore un invito a passare ai fatti. “Si continua a parlare tanto – ha affermato – occorre mostrare con i fatti chi sta dalla parte dello Stato, e chi sta con la mafia, la camorra e l’illegalità. Lo Stato siamo noi, non dobbiamo avere paura. E’ la camorra che deve averne!”. Per Franco Roberti, l’Antimafia è come una squadra che ha molti tifosi e pochi giocatori di qualità. “Ci vorrebbe una panchina più lunga – ha chiosato il Procuratore – con persone integre e pulite”. Costante durante l’incontro il riferimento ai non pochi personaggi corrotti e venduti che ci sono nelle Istituzioni, ma anche alle persone che sono morte per lo Stato e che rischiano la vita per difendere la legalità. “Questi Eroi – ha sottolineato il Procuratore – devono essere conosciuti, devono essere ricordati sempre, perché il potere mafioso odia quelli che ricordano; sono per il silenzio, l’omertà e la paura!” Sulla stessa lunghezza d’onda anche il Sostituto Procuratore della Dda di Napoli, Giovanni Conzo che ha fatto sentire forte il suo punto di vista: “Occorre depurare lo Stato dalle persone insane e impure! Bisogna colpire di più la corruzione!”.

Rivolgendosi agli studenti ha detto: “Cambieremo questa provincia se ci crediamo e se lottiamo insieme. Dobbiamo essere uniti e collaborare con le forze dell’ordine per sconfiggere la camorra, perché chi diventa camorrista, prima o poi finisce dietro le sbarre!” Conzo ha detto anche con rammarico che in questo territorio non ci sono mai testimoni oculari. Ha ricordato altresì che il clan dei casalesi sotto il profilo militare è stato sconfitto, che tutti i capi sono stati arrestati ed ora, con la confisca dei beni, anche il potere economico si sta esaurendo. Nel suo intervento ha fatto molti riferimenti concreti a personaggi della camorra “casertana”, ai tanti pentiti che stanno collaborando e che, insieme alle intercettazioni, sono una risorsa importante per lo Stato, senza i quali non sarebbero potute emergere collusioni tra lo Stato e le stesse organizzazioni malavitose.

Dopo gli interventi dei relatori si è aperto un interessante dibattito. Gli alunni delle classi IV B TUR e IV A CAT, coordinati dalla loro docente di italiano Annamaria Angelista, hanno fatto numerose domande ai due procuratori tutte molto precise ed interessanti. Gli studenti hanno chiesto delucidazioni sulla presunta trattativa Stato – mafia, sulla vita che conducono i magistrati, sulle donne della mafia, sui pentiti, ed ovviamente sulla “Terra dei fuochi”.

I due procuratori hanno fornito agli studenti risposte puntuali. Per Roberti lo Stato, per evitare altro spargimento di sangue causato dalle stragi, ha “cercato” di trattare con la mafia. “Tutto ciò – ha chiarito – è però oggetto di un processo ancora in corso e la certezza dei fatti può essere data solo dalla sentenza che non è ancora stata emessa. Fino ad allora, ci sono solo ipotesi. Solo la sentenza può dire come sono andate davvero le cose”. “E’ possibile che Riina dal carcere abbia potuto minacciare il giudice Di Matteo?” A questa domanda Roberti ha risposto che non c’è un progetto vero e proprio, tuttavia è stata una cosa sciagurata pubblicizzare questa “minaccia” che è diventata un segnale esterno che “potrebbe” diventare un progetto.

Dal Procuratore un atto di accusa a coloro che passano le notizie e agli organi di stampa che hanno una grande responsabilità nel divulgarle perché espongono a rischio della vita i magistrati. Non potevano mancare domande sul pentito Carmine Schiavone e sulle sue recenti rivelazioni, sulla vita “blindata” dei magistrati. In proposito il giudice Conzo ha detto: “Siamo consapevoli che nella nostra professione c’e una quota di rischio, c’è preoccupazione, ma noi crediamo in quello che facciamo e andiamo avanti”.

Sulla Terra dei fuochi è intervenuto il generale Milillo, che in qualità di consulente della Commissione del Senato su territorio e ambiente, ha avuto la possibilità di fare un sopralluogo nella “Terra dei fuochi” ed ha confermato le vessazioni che la “nostra” terra ha subito per anni. “Noi vedevamo ciò che avveniva nelle “nostre” terre e – accusa il generale – non abbiamo fatto nulla! Corre l’obbligo, dunque, di sensibilizzare le istituzioni, ma tutti abbiamo il dovere di fare qualcosa”.

Al termine del dibattito il generale ha poi consegnato il Premio Legalità 2013 al Procuratore della Repubblica Conzo, autore, tra l’altro, del libro “Mafie, la criminalità straniera alla conquista dell’Italia” ed ha anche ricordato che la Fondazione ha istituito il premio “Le strade della legalità” rivolto agli studenti delle scuole.

Scrivici su Whatsapp
Benvenuto in Pupia. Come possiamo aiutarti?
RedazioneWhatsappWhatsApp
Condividi con un amico