Indesit, referendum: col 64% passa l’accordo azienda-sindacati

di Redazione

 Carinaro. Con il 64% dei consensi passa, nei due stabilimenti di Carinaro e Teverola, nel Casertano, l’accordo tra Indesit e sindacati (tranne la Fiom) chiuso a Roma lo scorso 3 dicembre.

Su 834 votanti, pari al 90% degli addetti degli stabilimenti di Teverola e Carinaro, i ‘si” sono 536 i ‘no’ 284, (pari al 36%), 14 le schede bianche o nulle. “Il consenso conferma che abbiamo sottoscritto un accordo di compromesso per difendere il lavoro e la produzione italiana”, dice Giovanni Sgambati, segretario regionale Uilm.

Dai 1400 esuberi annunciati a giugno si è arrivati ad un’intesa finale che prevede una gestione morbida dell’impatto occupazionale del piano: “Scongiurata definitivamente ogni ipotesi di licenziamenti, attraverso un adeguato utilizzo degli ammortizzatori sociali” nel quinquennio 2014-2018, spiega l’azienda che, accanto ai contratti di solidarietà, metterà in campo anche incentivi all’esodo e l’impegno a non ricorrere all’utilizzo di procedure di mobilità unilaterali sino al 2018.

La mobilità, sventata con l’intesa raggiunta martedì sera, era stata avviata per 1400 dipendenti alla rottura delle trattative, lo scorso 19 dicembre, dopo una intera notte di confronto al ministero dello Sviluppo. È stato poi il sottosegretario Claudio De Vincenti, che ha gestito la lunga trattativa, a lavorare negli ultimi dieci giorni per riportare le parti al tavolo e ricreare le condizioni per una intesa.

L’ad e presidente Marco Milani ha più volte alleggerito il piano nel corso della trattativa, con ultimi ritocchi decisivi presentati al tavolo al ministero. Spariscono così anche gli ultimi 300 esuberi a fine periodo, la soluzione che era sul tavolo al momento in cui la trattativa si è interrotta.

Con il piano di riassettoil gruppo della famiglia Merloni mette in campo “investimenti straordinari in Italia per 83 milioni di euro” e “maggiori produzioni a più alto valore aggiunto”, con un “rinnovo quasi totale della gamma di prodotti”. Sono `salvi´ tutti i tre poli industriali italiani, Fabriano, Comunanza e Caserta, che “saranno ridisegnati con interventi di riassetto che verranno implementati nel periodo 2014-2016”.

Fabriano “sarà il centro esclusivo per la produzione ad alto contenuto d’innovazione di forni da incasso (producendo anche quelli oggi realizzati in Polonia), di forni di piccole dimensioni (oggi realizzati in Spagna) e di prodotti speciali per la cottura”; Comunanza “il centro per l’innovazione e la produzione di lavabiancheria di alta gamma a carica frontale”; il sito casertano di Teverola-Carinaro “il centro esclusivo per la produzione di frigoriferi da incasso ad alto contenuto d’innovazione (producendo anche quelli oggi realizzati in Turchia) e dei piani cottura a gas da incasso (oggi prodotti a Fabriano e originariamente destinati in parte alla produzione in Polonia)”.

Oltre al consolidamento in Italia delle produzioni a più alto valore aggiunto già esistenti, indica ancora l’azienda, “verranno quindi trasferite nei siti italiani nuove produzioni dalla Polonia, dalla Spagna e dalla Turchia, mentre le produzioni italiane di bassa gamma non più sostenibili (principalmente destinate ai Paesi dell’Est) saranno riallocate in Paesi a miglior costo”.

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