Processo Ciaramella, nuova udienza su “telefonata dall’aldilà”

di Antonio Arduino

 Aversa. Tre archiviazioni e tre riaperture per il processo avviato cinque anni fa dalla magistratura per fare chiarezza sulla morte del giovane Luigi Ciaramella, deceduto il 31 luglio 2008 a seguito di un incidente stradale provocato da ignoti.

Quella di lunedì 9 dicembre sarà la prima della nuova serie di udienze destinate a far luce sul perché di una telefonata fatta nella sera di sabato 9 maggio 2009 da G.V., come accertato nelle indagini, che gettò nella disperazione i genitori del giovane. Era una richiesta d’aiuto fatta da una voce che Biagio e Elena Ciaramella riconobbero come appartenente al figlio deceduto. Il giovane chiedeva al papà di andarlo a prendere. “Sono io e padre Pio. Vienimi a prendere, ti aspetto qua” diceva la voce. Uno scherzo di cattivo gusto, uno scherzo crudele cui il responsabile dovrà rispondere al giudice ma soprattutto dovrà chiarore chi gli ha dato una mano per realizzarlo. “Perché – dicono i due coniugi – anche se il giudice che lo ha rinviato a giudizio evidenzia uno stato di salute mentale non a posto, a nostro parere è poco credibile che una persona non sana di mente abbia costruito una telefonata in cui abbiamo riconosciuto chiaramente la voce di Luigi”.

“Un malato di mente non poteva fare tutto da solo – ribadiscono – non poteva avere la lucidità necessaria a registrare e montare l’audio che abbiamo ascoltato”. “Qualcuno deve averlo aiutato e – aggiunge – forse questo qualcuno è il responsabile della morte di nostro figlio”.

“Noi siamo certi – dicono i coniugi Ciaramella – che questo signore o chi lo ha aiutato sia al corrente di particolari dell’accaduto che ancora non sono venuti alla luce”. “Forse saranno necessari altri cinque, o magari altri dieci anni ma – concludono – alla fine verrà a galla tutta la verità sulla morte di Luigi e di questo ringraziamo fino da ora i magistrati che hanno riaperto ancora una volta il caso”.

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