Ex deposito Ctp, carabinieri in Comune

di Antonio Arduino

 AVERSA. Carabinieri in Comune nel fine settimana. Sarebbero arrivati per acquisire, dall’ufficio legale, documenti relativi alla vicenda di piazza Crispi.

Era quanto voleva il primo cittadino che aveva trasmesso in procura gli atti, avendo deciso di fare chiarezza per cancellare illazioni e polemiche scatenate da una parte dei consiglieri municipali sulla complessa ed annosa vicenda risolta, ottenendone – come dichiarato in più occasioni – grossi vantaggi per la città.

Sotto la lente della magistratura non sarebbe soltanto il tanto criticato permesso a costruire, con cambio di destinazione d’uso, concesso alla società che ha acquistato l’immobile dell’ex deposito della Ctp che, come dichiarato dal responsabile dell’ufficio tecnico municipale Alessandro Diana sarebbe stato firmato come atto doveroso avendo il proprietario dell’immobile, da abbattere e ricostruire, presentato una richiesta di concessione edilizia che non poteva non essere accolta essendo state rispettate tutte le norme vigenti in materia, ma anche o forse soprattutto la realizzazione dell’edificio destinato ad essere sede del Suap, in cui oggi sono collocati gli uffici tecnici comunali.

“L’anomalia che impone una riflessione e che mi ha obbligato ad inviare gli atti in Procura – affermò in proposito il sindaco in una conferenza stampa tenuta nella seconda metà di luglio – è legata al dato, documentato da tre deliberazioni di Giunta, che il manufatto del Suap, realizzato a spese comunali, nella deliberazione iniziale del 2005 era stato progettato con due piani sopra il suolo e due piani interrati, uno destinato ad ospitare una sala congressi, l’altro parcheggi”.

“Dopo due varianti, documentate nelle deliberazioni allegate agli atti trasmessi in Procura, la struttura – faceva osservare il primo cittadino – ha perso i due piani interrati ed è stata realizzata di soli due piani visibili con una spesa di 400 mila euro superiore a quella fissata nella delibera del 2005”. “Una circostanza che darebbe da pensare a chiunque, perché –sottolineava – anche tenendo conto dell’aumento dei costi dei materiali, intervenuto dal 2005 al 2009 anno della seconda ed ultima delibera di variante, considerando quanto si sarebbe speso realizzando i due pianti interrati non sembra possibile che sia stato necessario spendere 400 mila euro in più rispetto al previsto realizzando, però, due piani in meno”.

“Un particolare mai segnalato – ricordava Sagliocco – da chi, e sono sempre gli stessi, interviene sulla questione evidenziando solo la mancata realizzazione dei parcheggi interrati che, stando alla convenzione del 2004 tra Comune e Ctp, non dovevano essere necessariamente realizzati o quanto meno non nella quantità di 500 posti auto ma con in un massimo di 170 posti, come fu indicato a seguito di verifiche tecniche”.

“Questi sono punti importanti che gettano grosse ombre sulla vicenda e che meritano di essere chiariti in maniera inequivocabile” affermava Sagliocco. “Per questo – concludeva – ho trasmesso in Procura gli atti che, a partire dal 2003, riguardano la vicenda, tutti gli atti, non solo quelli relativi all’ingiustificatamente chiacchierato permesso a costruire rilasciato per la palazzina che sostituirà il vecchio manufatto degli uffici dismessi dalla Ctp”. Ora su quegli atti la magistratura potrebbe fare chiarezza, chiudendo definitivamente la questione.

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