“Chiamata dall’aldila’”, il 7 gennaio sentenza del processo Ciaramella

di Antonio Arduino

 AVERSA. Continuerà il 7 gennaio il processo che stabilirà la responsabilità del giovane G.V., di Lusciano, autore di una telefonata fatta nella sera di sabato 9 maggio 2009 ai coniugi Ciaramella falsificava la voce del figlio Luigi deceduto a seguito di un incidente stradale.

La voce lanciava una richiesta di aiuto, una simulazione così ben fatta che Biagio ed Elena Ciaramella non ebbero dubbi a riconoscerla come quella del figlio deceduto che chiedeva al papà “vienimi a prendere, ti aspetto qui, sono con Padre Pio”. Una richiesta d’aiuto che ha gettato nello sconcerto i familiari del giovane, sulla quale oggi si indaga per comprendere chi avesse aiutato l’imputato a realizzare il montaggio essendo giovane dichiarato, come sosteneva il difensore di parte, incapace di intendere.

Una tesi smontata dall’avvocato della famiglia Ciaramella che ha anche ottenuto dal giudice che venisse disposta una consulenza fonica per verificare come e quando sia stata prodotta quella telefonata. Sarà questo il passo decisivo per fare luce su una vicenda giudiziaria che dura da cinque anni e che ha visto per ben tre volte la chiusura delle indagini e la successiva riapertura per la presenza di nuovi elementi.

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