Accoltellata dal marito, il centro anti-violenza è chiuso

di Antonio Arduino

 Aversa. Per chi ancora avesse dei dubbi i miracoli esistono ed a Natale si toccano con mano. Ed è un miracolo quello che è avvenuto per la 37enne Paola, colpita da un numero impressionante di coltellate dal marito Paolo Prisco

… che, probabilmente convinto di avere ucciso la moglie, dopo aver tentato di tagliarsi le vene si è suicidato lanciandosi dal balcone della abitazione di famiglia posta al quarto piano di una palazzina del Parco Dei Fiori di via dell’Archelogia. Nonostante le tantissime coltellate infertele dal marito, la donna non è in pericolo e potrebbe rientrare a casa in tempi relativamente brevi, riabbracciando i figli di 3 e 5 anni.

Ma, forse, oggi non staremmo al leggere dell’ennesima tragedia prodotta dalla violenza se il Centro Antiviolenza della città funzionasse. Perché stando alle notizie raccolte dalle forze di polizia Paola aveva già fatto ricorso, per almeno tre volte, alle cure dei sanitari, probabilmente, per episodi di violenza messi in atto a suo danno dal marito così, forse, se avesse avuto la possibilità di chiedere aiuto, come è accaduto nei primi giorni di ottobre ad una quarantenne vittima della violenza del marito, arrestato dai carabinieri proprio grazie all’intervento degli operatori del centro antiviolenza.

Inaugurato sabato 26 gennaio presso il centro culturale “Vincenzo Caianiello”, curato dall’associazione “Noi Voci di Donne”, lo sportello del centro antiviolenza dovrebbe essere aperto il martedì e il giovedì, dalle ore 16 alle 19, ma è chiuso da tempo. Riferiscono i custodi del centro culturale che non c’è alcuna attività. Sulla porta d’ingresso non c’è alcuna indicazione del perché della chiusura di un punto di riferimento importante per combattere la violenza sulle donne, voluto dall’amministrazione municipale che ha sottoscritto un apposito protocollo d’intesa con l’associazione che lo dovrebbe gestire.

Forse, se fosse stato attivo, Paola avrebbe trovato il coraggio di rivolgersi in maniera anonima al personale specializzato che dovrebbe dare sostegno morale e psicologico alle donne maltrattate, dare loro ascolto, progettare con loro un percorso per uscire dalla situazione di violenza, dare aiuto concreto, facendo, quando necessario, da interfaccia con le forze dell’ordine. Tutto questo da tempo non è possibile perché il centro è chiuso.

La sola risposta che viene data dai custodi a chi domanda il perché è di rivolgersi al responsabile del settore affari sociali del Comune di Aversa.

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