Liceo Scientifico: “C’e’ chi vuol costruire e chi vuol demolire!”

di Redazione

 TRENTOLA DUCENTA. Appena due mesi di vita ha questo nuovo Istituto che vede uniti il Liceo Artistico di Aversa e il Liceo Scientifico di Trentola, guidato dal professor Tommaso Zarrillo …

…e, dopo pochi vagiti, viene lasciato a se stesso. Giunge come una folata di vento gelido il 26 novembre la notizia che il preside Zarrillo è stato collocato in pensione ad horas, nel bel mezzo di un percorso scolastico che si vuole, fortemente, da parte dei docenti e del personale scolastico, di qualità.

Infatti, notevoli, soprattutto al Liceo Scientifico di Trentola, sono le carenze strutturali a cui si fa fronte quotidianamente: ubicazione dei corsi in due sedi che, sebbene non lontane costringono docenti e collaboratori ad un andirivieni affannoso per ridurre al minimo il tempo di classe scoperta; spazi ristretti in cui si accolgono classi anche di 27 alunni perché al Liceo di Trentola non mancano le iscrizioni ma, si è costretti a formare classi di tal numero e, addirittura a respingere altre richieste; serrande bloccate che fanno sperimentare pazienza e sopportazione del caldo nelle aule; installazione con ritardo delle caldaie – l’anno scorso rubate – che al contrario, in questi giorni, stanno facendo sperimentare la resistenza al freddo. Che dire dei laboratori?

Ci sono ma per qualche arcana ragione non vi è possibile l’accesso. Di fronte a tutto questo non si incrociano le braccia chiedendo la tutela dei diritti, si continua a lavorare, ad offrire ai ragazzi che, capiscono la portata dei problemi e colgono la volontà di andare oltre, stimoli di crescita attraverso quelli che sono alcuni degli strumenti fondamentali di essa : gli strumenti della cultura, le conoscenze e le competenze per scegliere chi essere domani.

Questo progetto di scuola, condiviso con i colleghi del Liceo Artistico ai quali non mancano motivi di lamentele e che pur non si rassegnano alle mancanze, è stato sostenuto, finchè ci ha accompagnati, dal Preside Zarrillo che, ha fatto di tutto perché l’anno scolastico nelle quattro sedi dell’Isis, – Aversa, Carinaro, Trentola – iniziasse serenamente e, man mano si affrontassero i problemi prima elencati.

Non solo, dopo anni con la sua presenza, si ha avuto la sensazione di avere una guida attenta, competente, umana, un interlocutore non solo per richieste di aiuto ma anche per incoraggiamenti e sostegno ad iniziative di confronto (convegni, dibattiti) in cui coinvolgere i ragazzi facendoli interrogare sulle loro sensibilità relativa a determinati temi.

Non ci fermano le carenze strutturali, ma vederci togliere addirittura la guida di un itinerario disseminato di grossi ostacoli, ci procura amarezza e, scusateci, anche rabbia. Probabilmente si risponderà a questo articolo che in fin dei conti una politica di tagli alla cultura e complicati meccanismi burocratici sono diffusi su territorio nazionale; e sia, con tutti gli errori che ciò comporta questa modalità di azione, ma collocare a riposo improvvisamente un Dirigente che sta lavorando con ciascun componente della scuola che amministra, che ascolta ciascuno dei suoi alunni, che sostiene lo slancio al “fare scuola” di ciascuno dei suoi docenti, è il colpo demolitore sferrato senza sensibilità alcuna, come quella natura matrigna distruttrice di Leopardi che, nel gioco di equilibrio dell’universo, non si preoccupa di colpire l’uomo o la formica.

Questa volta ha colpito l’uomo e, con esso, tanti altri: alunni, docenti, personale ata, del Liceo Artistico di Aversa e del Liceo Scientifico di Trentola.

I docenti, i collaboratori, gli alunni dell’Isis

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