“Pena di morte per i marò”, ma il governo indiano smentisce

di Redazione

 ROMA. I due marò detenuti in India, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, rischierebbero la pena di morte.

Lo riferisce il quotidiano The Hindustan Times secondo cui la Nia, l’organo investigativo indiano che si stato occupando del caso, invocherebbe una legge del 2002 per i militari italiani accusati dell’uccisione dei due pescatori al largo dell’Oceano Indiano il 15 febbraio 2012, mentre erano di guardia sulla nave Enrica Lexie. Ma, attraverso il portavoce Syed Akbaruddin, il governo di New Delhi nega questa possibilità: “Il caso – spiega – non rientra tra quelli che sono punibili con la pena di morte”.

Intanto, il governo italiano, per tramite del suo inviato Staffan de Mistura, è in attesa di vedere il rapporto della Nia, il capo d’accusa dello stesso organo inquirente e quello che il giudice riterrà giusto avere nel processo, così da poter presentare eventuali contestazioni. “Siamo pronti ad ogni evenienza con mosse e contromosse”, fa sapere de Mistura.

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