Meredith, Sollecito: “Nei miei confronti una persecuzione allucinante”

di Stefania Arpaia

 FIRENZE. Durante il processo di appello bis per l’omicidio di Meredith Kercher, svolto mercoledì mattina a Firenze, Raffaele Sollecito ha deciso di prendere parola e parlare direttamente ai giudici.

“Mi hanno descritto come un assassino spietato, non sono niente di tutto questo. Sono cresciuto in una famiglia italiana che mi allevato con il massimo del rispetto dei valori. Sento nei miei confronti una persecuzione allucinante” ha affermato.

Una dichiarazione lunga, nella quale Sollecito si commuove: “Amanda è stato il mio primo vero amore. Era una piccola favola. – ha continuato – La mia vita di prima è stata cancellata, ora battaglio ogni giorno per la verità su tutta questa vicenda. Non auguro a nessuno di vivere ciò che ho vissuto io”.

Durante il processo, il Ris dei carabinieri di Roma Andrea Bardi, ha illustrato la perizia svolta sul coltello trovato in casa di Sollecito. La perizia mostra discordanza tra il profilo della vittima e quello della traccia, mostra una discordanza di 14 valori su 18 per Rudy Guede e di 15 su 20 per Meredith.

L’unica concordanza è quella con Amanda Knox con un valore di 18 su 18. Secondo l’accusa il coltello rappresenta l’arma del delitto con la quale Meredith fu uccisa il 2 novembre 2007, ma la difesa ribadisce “è normale che sia stato usato da Amanda per scopi domestici e che vi siano le sue tracce”. La perizia conferma che le prove sono inesistenti. L’udienza è aggiornata al 25 novembre.

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