Meredith, il pg: “Alibi falso per Amanda e Raffaele”

di Mena Grimaldi
 FIRENZE. Con sei
ore di requisitoria si è chiusa la quarta udienza per il processo bis d’appello
per l’omicidio di Meredith Kercher,
che si tiene nella Corte d’Assise di Firenze.

In aula era presente Raffaele Sollecito, mentre Amanda Knox, come anticipato, non
prenderà parte al processo.

Un’udienza lunga e complessa che non ha esaurito
l’intervento del procuratore generale Alessandro
Crini
, che ha parlato dell’alibi, del depistaggio e della calunnia contro Patrick Lumumba: la parte più corposa
della sua requisitoria, quella sulle prove genetiche e il dna di Amanda trovato
sul coltello considerato l’arma del delitto, è stata posticipata a martedì
mattina, quando è prevista anche la definizione delle richieste per gli
imputati. In aula il pm ha smontato la difesa di Amanda Knox e Raffaele
Sollecito.

Martedì le richieste di condanna contro i due imputati, accusati
della morte della studentessa inglese uccisa a Perugia il 2 novembre 2007.

“La
Corte di cassazione ha raso al suolo la sentenza di proscioglimento in secondo
grado”, ha sottolineato Crini che ha anticipato di voler seguire una logica
alternativa rispetto ai giudici della Corte d’assise d’appello di Perugia. “Non
fate l’errore compiuto dai giudici di secondo grado”, ha detto il procuratore.

Che ha parlato anche dell’alibi dei due ex fidanzatini, localizzandoli invece
sul luogo del delitto. Il procuratore ha iniziato a smontare tutta la tesi
difensiva sull’utilizzo del computer di Raffaele, per lavorare e scaricare
film, la notte dell’omicidio.

“Il gestore internet ha spiegato come su quel
computer, quella notte, si sia scaricato un film e ci sono stati aggiornamenti
del sistema operativo. Insomma, nessuna interazione umana”.

Il tema dell’alibi
conduce, secondo Crini, anche alle testimonianze. “Il Curatolo ci consegna i
due imputati in piazza Grimana con un orario compatibile con i fatti. E di
questo non si può tenere conto, anzi ve lo consegno più di ogni altro elemento.
Lui essendo sempre presente in quella piazza conosceva tutti: la sua è una
testimonianza di particolare precisione. Tossico o non tossico, ha un ricordo
preciso dei due imputati. Ricorda che quella notte pioveva e l’elemento
atmosferico per uno che vive in mezzo a una piazza è certamente rilevante. E
ricorda una discussione, mentre era su una panchina poco distante, una
discussione animata e il ripetuto avvicinarsi del Sollecito alla ringhiera che
guarda verso la casa del delitto. Indica insomma una scena viva”.

Durante una
pausa, Raffaele Sollecito ha dichiarato che quelle di Crini sono tutte “accuse
incerte e approssimative. Dopo anni di incubo mi devo ancora difendere da
queste accuse”.

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