Presto tre nuove sale operatorie al ‘Moscati’

di Nicola Rosselli

 AVERSA. Working in progress all’ospedale “San Giuseppe Moscati” di Aversa, nosocomio al centro di una conurbazione urbana con un potenziale bacino di utenza di oltre cinquecentomila abitanti.

I lavori per la realizzazione di tre nuove sale operatorie sono in corso e, da capitolato, dovrebbero essere ultimati entro marzo, ma si ipotizzano che possano terminare prima. Intanto è già partita la gara per dotarle di tutte le strumentazioni necessarie, in modo da eliminare ulteriori tempi di attesa. Tra qualche giorno, poi, come ricorda il direttore sanitario dell’Asl di Caserta Gaetano Danzi, scadranno i termini per la partecipazione alla gara di appalto per la realizzazione ex novo dell’intero pronto soccorso.

Si tratta di un padiglione che sarà realizzato al di fuori dell’attuale corpo di fabbrica principale del «Moscati», ma ad esso, ovviamente collegato. Un’opera che dovrebbe adeguare la struttura ai fabbisogni reali. L’attuale sede, infatti, al di là delle carenze di organico, si mostra insufficiente a far fronte alle miglia di prestazioni erogate da un pronto soccorso che è secondo in Campania per servizi prestati solo al Cardarelli di Napoli.

Entrambe le opere, ossia le tre sale operatorie e la realizzazione del nuovo pronto soccorso non subiranno alcun ritardo a causa del terremoto giudiziario che ha praticamente azzerato i vertici dell’Asl di Caserta. L’8 ottobre scorso, poi, è stato inaugurato il servizio di elettrostimolazione presso il reparto di cardiologia Utic del Moscati, proprio alla presenza di Menduni.

Inoltre, una novità importante dovrebbe essere rappresentata dall’istituzione di un reparto di anatomia patologica, che potrebbe essere ubicato nei vecchi locali che ospitavano sino a qualche tempo fa la rianimazione, oggi spostata in locali più idonei. Con l’apertura della nuova struttura ad Aversa potrà aversi un incremento dell’attività di medicina legale.

In particolare, potranno essere effettuati, in caso di necessità, gli esami necroscopici senza ricorrere al trasferimento delle salme dei malcapitati all’istituto di medicina legale presso l’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano del capoluogo.

Ovviamente, non ci sono solo notizie positive. Proprio al pronto soccorso, infatti, continua ad esserci il problema della carenza di personale in organico. Nonostante gli sforzi fatti dalla dirigenza dell’Asl, ad Aversa continuano a mancare in pronto soccorso medici, ma soprattutto infermieri. Spesso sono solo due quelli presenti per turno e non riescono a far fronte all’afflusso praticamente continuo di pazienti che giungono sia dall’Agro Aversano che dall’hinterland settentrionale partenopeo.

Spesso a fare le spese del nervosismo di parenti dei malati esasperati sono gli addetti presenti che vengono aggrediti senza che nessuno li possa difendere considerato che, oramai, da oltre cinque anni non esiste più il drappello ospedaliero della polizia per carenza di personale presso il locale commissariato.

Per quanto riguarda i medici l’Asl di Caserta ha dato il via ad un avviso pubblico regionale per il reclutamento di 20 medici da destinare ai pronto soccorso dei diversi presidi ospedalieri della provincia tra i quali, ovviamente, fatte le debite proporzioni, il Moscati farà la parte del leone assorbendone la maggior parte.

Intanto, per il nosocomio normanno si prospetta un’altra necessità che sembra diventare ogni giorno che passa più cogente: la creazione di un sia pur minimo presidio per le cure da prestare a quanti sono colpiti da malattie infettive. Qualche settimana fa si era registrato un caso di tubercolosi.

Successivamente, due casi di scabbia in tre giorni. Il primo caso nella giornata di giovedì scorso, quando è giunto da una comunità di accoglienza per profughi, un giovane extracomunitario che proveniva dal centro di accoglienza di Lampedusa.

Un secondo caso si è presentato la notte tra venerdì e sabato e per diverse ore, prima di essere trasferito presso un nosocomio attrezzato con un reparto di malattie infettive, così come era avvenuto per il primo giovane, il paziente è stato ospitato in una zona del pronto soccorso dell’ospedale aversano a causa della mancanza di posti letto nelle altre strutture che potevano accoglierlo, avendo un reparto per malati infettivi. Insomma, un futuro in chiaroscuro, anche se variabile al positivo, per l’ospedale aversano.

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