Palazzo Orineti trasformato in “albergo dei poveri”

di Nicola Rosselli

 AVERSA. Calzini, mutande, qualche maglietta stesi sugli stendini posti nel cortile, sotto l’androne per evitare che non si asciughino in caso di pioggia. Nelle stanze letti fatti solo di materassi, con comodini improvvisati. Altrettanto accade con i mobili.

Definirli tali è praticamente un azzardo, ma una serie di scatoli servono allo scopo di tenere in ordine i pochi vestiti e le masserizie. Ci sono anche cucine improvvisate. Un accampamento rabberciato, ma non in una città di frontiera, in una favelas. No, in pieno centro storico di Aversa il Palazzo Orineti, successivamente occupato dal Pime e, poi, per decenni, dall’istituto scolastico alberghiero, abbandonato da diversi anni, si è trasformato in una sorta di albergo dei poveri, ma abusivo.

La struttura ospita, da quanto è dato sapere anche dalle testimonianze dei residenti in zona, diversi immigrati, a naso si direbbero provenienti dall’Europa dell’Est che hanno trasformato l’antico immobile, ubicato in una delle strade più antiche di Aversa, nella loro abitazione che non sembra, almeno per loro, precaria o temporanea, visto che si sono organizzati per un lungo periodo. Periodo che ha già avuto inizio da diversi mesi.

A qualsiasi ora del giorno e anche della notte, come ha dichiarato un residente in zona, si sentono grida in una lingua che non è italiano e spesso si capisce che stanno litigando. Vi sono uomini e donne, spesso ubriachi, e, non per esercitarsi nel ruolo di Cassandra, c’è il fondato pericolo che la situazione possa degenerare con il timore che ci scappi il morte.

“Quello che non si vede- ha dichiarato la persona che ci ha segnalato la situazione – è un minimo di controllo. Il portone ha un catenaccio, ma sembra che chi debba avere le chiavi ce le abbia”. Insomma, controlli zero da parte delle forze dell’ordine, tanto meno da parte del proprietario dell’immobile, ossia l’amministrazione comunale che sembra averlo dimenticato nonostante la fame di palazzi da adibire a uffici o di spending review.

Eppure, qualche avvisaglia c’era stata proprio ad inizio anno, quando, a seguito di un tentativo di furto nel confinante convento delle Ancelle, si scoprì che qualcuno aveva scelto l’antico Palazzo Orineti quale sua residenza. In quella stessa occasione, l’ingegnere Romualdo Guida, chiamato dalle suore, a occhio notò una serie di crepe che a suo avviso potrebbero provocarne un crollo da un momento all’altro.

Una circostanza che rese pubblica, ma che non ha avuto alcun riscontro, essendo seguita solo da un oblio. Certo è che nella città della tolleranza zero per proclami, della guerra, persa, contro i venditori di fazzolettini ai semafori, questa è l’ennesima perla.

Palazzo Orineti è uno di quegli edifici che rientra nella progettazione del Piano Attuativo di Recupero predisposto dal consorzio Corso Normanno nel quale dovrebbe nascere un “hotel de charme” in un eventuale projectfinancing in Ppp (partenariato pubblico-privato). Un progetto che, ad oggi, l’attuale amministrazione sembra aver accantonato dopo le aperture della precedente maggioranza.

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