Movida e quiete pubblica, presentata denuncia querela

di Antonio Arduino

 AVERSA. Potrebbe essere la magistratura a porre fine alla movida aversana o, quanto meno, agli eccessi che produce in via Seggio dove, solo qualche giorno fa, c’è stato l’ennesimo episodio di violenza a carico di volontario dell’associazione carabinieri.

È quanto potrebbe accadere a seguito di una denuncia depositata il 1 ottobre scorso al tribunale di Napoli Nord da parte dell’avvocato Pasquale Pianese, rappresentante legale di un gruppo di cittadini residenti in via Seggio che, da ormai due anni, lamentano gli effetti deleteri del cosiddetto fenomeno sociale in atto tra i giovani di ogni città e nazione.

Stando a quanto si legge nell’atto, il legale denuncia e querela i responsabili della violazione degli articoli 659 e 674 del codice penale che tutelano, rispettivamente, la quiete pubblica e l’emissione in atmosfera di fumi inquinanti e/o maleodoranti. Dopo aver sottolineato l’alta concentrazione degli esercizi di somministrazione presenti nella piccola arteria lunga poco più di un centinaio di metri e larga in alcuni punti appena 3 metri, il legale fa presente che “gli esercizi commerciali sono ubicati ed esercitano la loro attività tutti in locali siti al piano stradale ed alcuni anche in locali seminterrati o interrati, in palese violazione dell’articolo 31 del regolamento edilizio del Comune di Aversa e dei criteri di sorvegliabilità dei locali di somministrazione di cibi e bevande, secondo i criteri stabiliti con decreto ministeriale 564 del 17 dicembre 1992”.

“Gli avventori di gran parte di questi esercizi commerciali – continua la denuncia querela – consumano alcolici sulla pubblica strada, dove stazionano per ore in gruppi di centinaia di individui, in vie strette come budelli, generando pertanto un grave fenomeno di schiamazzi notturni con grida roboanti, cori eseguiti a squarciagola, con evidente disturbo della quiete e del riposo dei residenti, in palese violazione del diritto alla salute sancito dall’articolo 32 della Costituzione Italiana”. “Inoltre, – prosegue la denuncia querela – dalle cucine di molti di questi locali vengono emessi fumi e odori derivanti dalla cottura dei cibi che penetrano nelle abitazioni a tutte le ore della notte, provocando problemi di respirazione, asma e nausea”.

“Il fenomeno – si legge nell’atto – si aggrava di giorno in giorno a causa del continuo rilascio di nuove licenze che hanno aumentato il flusso degli avventori, generando una situazione di grave insostenibilità ambientale, sociale di viabilità e vivibilità dei residenti. Tale stato di cose determina, infine, un gravissimo pregiudizio per la sicurezza, la salute e la incolumità dei residenti (e non solo ndr), anche in considerazione della circostanza che la diffusione del fenomeno costituisce il terreno di coltura di un vasto fenomeno di abusivismo collegato al settore, vedi a puro titolo esemplificativo, i parcheggiatori abusivi e la vendita abusiva di alcolici e fenomeni di criminalità, come lo spaccio di droga, frequenti risse, atti di vandalismo e violenza”.

Tutto questo per il legale rappresenta una palese violazione degli articoli 659 e 674 del codice penale. Da qui la necessità di presentare formale denuncia e querela al tribunale di Napoli Nord chiedendo che il magistrato non solo verifichi la sussistenza della violazione degli articoli 659 e 674 del codice penale, ma anche di altri reati che si possano ravvisare nei fatti esposti nell’atto e che individui i responsabili di tali reati perché vengano puniti secondo quanto previsto dalla legge.

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