Morra attacca Zinzi: “Gestione fallimentare dell’Udc”

di Antonio Arduino

 AVERSA. “E’ ora di dire basta alla gestione familiare dell’Udc da parte di Mimì Zinzi nella nostra città che viene considerata dal presidente della provincia come un feudo in cui i cittadini, suoi vassalli, …

… devono ubbidire agli ordini di un capo che da Aversa intende prendere soltanto voti per soddisfare esigenze elettorali sue e dei suoi familiari. Tant’è che ha imposto alla sezione aversana un commissario casertano, sia pure capace e degno del massimo rispetto come Gianni Mancino, ipotizzando che nella nostra città non vi fossero politici capaci di organizzare il partito”.

Ad esprimere queste le considerazioni che Gennaro Morra, ex assessore ed ex commissario cittadino del partito di Casini in uno con Mimmo Bisceglia, fa sull’operato ad Aversa del presidente della provincia di Caserta che è anche il massimo esponente locale dell’Udc. Il diktat di Zinzi, riportato dai media, che avrebbe indicato ai consiglieri del partito di bocciare il bilancio se non venissero accettati gli emendamenti proposti per Morra ha il sapore di un ricatto inaccettabile.

“I consiglieri comunali e gli assessori che ci rappresentano hanno conoscenza diretta dei problemi della nostra città, di conseguenza – dice l’ex commissario del partito – devono valutare l’atto programmatico che verrà presentato dal sindaco all’assemblea municipale secondo coscienza, valutandone le ricadute sulla cittadinanza e non sulla base dell’imposizione fatta da chi come Zinzi decide a distanza le sorti di Aversa con una riunione di famiglia, fatta con il figlio Gianpiero e la segretaria provinciale D’Ambrosio”.

“Chi non è a conoscenza dei problemi del nostro territorio non può – ribadisce Morra – pretendere di deciderne il futuro, obbligando i nostri rappresentanti in consiglio comunale a votare a prescindere. Dicendo no al bilancio se non dovessero essere accolti gli emendamenti proposti, rendendosi complici di un eventuale caduta di un’amministrazione in cui sono parte integrante della maggioranza”.

“Se l’amministrazione deve cadere, dev’essere – conclude l’ex commissario dell’Udc – per una decisione dei nostri rappresentanti, presa sulla base dei risultati prodotti da questa amministrazione e non per un diktat che arriva dall’alto, teso a difendere interessi personali che non possono prevalere sull’interesse della collettività”.

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