Centro per l’impiego, Castaldo: “Cosa aspetta Sagliocco per chiuderlo?”

di Antonio Arduino

 AVERSA. “Che cosa aspetta il nostro sindaco a chiudere il centro dell’impiego di via Pommella che non rispetta le norme a cui sono tenuti gli uffici pubblici? E’ suo dovere farlo”.

E’ quanto sostiene Antimo Castaldo, candidato sindaco alle ultime amministrative ed oggi esponente di spicco del Pd, che ricorda come sia stato proprio il primo cittadino ad imporre, con apposita ordinanza firmata nell’ottobre 2012, l’effettuazione dei lavori necessari ad adeguare la struttura secondo quanto chiesto dai tecnici dell’unità operativa di prevenzione collettiva dell’Asl che, nel corso di una ispezione avvenuta nel mese di agosto 2012, avendo rilevato irregolarità relative a cassa scale, servizi igienici, aerazione degli ambenti, inadeguatezza di locali adibiti a sala convegni ed ad uffici tali da rendere l’edificio fuorilegge. avevano imposto al primo cittadino di ordinarne la messa a norma nel termine perentorio di sessanta giorni dalla notifica dell’ordinanza che avrebbe firmato il sindaco.

“L’ordinanza c’è stata ma, ad oggi, la struttura non ha avuto alcun intervento di modifica, cosicché tutto è rimasto come relazionato un anno e mezzo fa dai tecnici dell’azienda sanitaria” afferma Castaldo che sottolinea come quelle evidenziate non fossero le sole irregolarità della struttura. “Innanzitutto – ricorda l’esponente del Pd – l’edificio non risponde alle caratteristiche richieste dell’Ente Provincia, attuale proprietario, nell’avviso pubblico bandito tre anni fa per l’acquisto di quattro edifici da adibire ad altrettante sedi di centro per l’impiego”.

“Perché – precisa – tra i requisiti considerati essenziali era chiesto che gli edifici avessero “adeguato spazio al piano terra”, fossero “prospicienti a piazze o strade pubbliche, facilmente raggiungibili con i mezzi pubblici o privati, serviti da idonei parcheggi”. Inoltre, era chiesto che fosse certificata “abitabilità o agibilità e portata dei solai”. Caratteristiche che non sono presenti nell’edificio di via Pommella, per il quale non è stata effettuato nemmeno il collaudo statico, indispensabile per un ufficio aperto al pubblico”.

Come non bastasse, Castaldo sottolinea che lo stesso primo cittadino avrebbe manifestato dei dubbi sulla regolarità dell’intera vicenda relativa all’utilizzazione dell’edificio quale centro per l’impiego trasmettendo, il 19 ottobre 2012, una nota alla Procura della Repubblica, per gli atti consequenziali.

“Nella comunicazione il sindaco – ricorda Castaldo – facendo riferimento al cambio di destinazione d’uso dell’immobile, comunicato all’Ente comunale dalla società costruttrice, passato da uso residenziale (abitativo) ad uso uffici, sottolineava, tra l’altro, che il dirigente dell’area urbanistica aveva relazionato che “il cambio di destinazione d’uso dell’immobile in oggetto non può ritenersi valido in quanto era necessario la presentazione di una specifica richiesta con relativo pagamento di oneri e costi ed inoltre, ai sensi dell’articolo 25 delle N-T.A. del Pdr, trattandosi di cambio di destinazione d’uso per iniziativa privata finalizzato a rendere l’immobile di uso pubblico il richiedente avrebbe dovuto sottoscrivere apposita convenzione con l’amministrazione comunale. Tutto questo, ad oggi, ancora non è stato fatto”.

“Considerando i tempi trascorsi dalla trasmissione degli atti in Procura e i tempi giudiziari, considerando l’evidenza dei fatti che dimostrano le irregolarità iniziali presenti nella struttura e quelle rilevate dai tecnici dell’Asl che non sono state minimamente adeguate alle richieste fatte dal primo cittadino nell’ordinanza scaduta da mesi, viene di conseguenza – dice Castaldo – che il sindaco debba disporre la chiusura della struttura”.

“In una città diventata sede di uno dei tribunali più importanti d’Italia sarebbe un controsenso permettere il funzionamento di un ufficio pubblico che è di fatto fuorilegge”, conclude Castaldo.

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