Il comitato: “Obiettivo da Terra dei Fuochi a Terra di Lavoro”

di Redazione

 TEVEROLA. Le ragioni che hanno spinto le associazioni locali a costituire il comitato “Teverola non deve morire”, l’obiettivo di sensibilizzare le coscienze della comunità teverolese sulla problematica che vive la Campania e futuri progetti.

Sono questi alcuni temi principali trattati in un’intervista rilasciata agli allievi del “Per-corso di Giornalismo – Teverola”, dall’avvocato Alessandra D’Agostino, presidente del neo comitato cittadino. Al centro dell’attenzione teverolese in questi giorni, ci sono proprio le attività del comitato che ha adottato lo slogan “Aiutiamoci ad aiutarci”, per promuovere il corteo fissato per le ore 16 di domenica 13 ottobre con punto d’incontro nell’area mercato adiacente al cimitero di Teverola.

La prima tappa organizzato dal comitato cittadino. Una marcia per dire basta allo scempio del territorio, una marcia che non ferma e non fermerà il popolo dei fuochi, una marcia per sensibilizzare le coscienze e per fare crescere il sentimento di riscatto nei confronti della condizione in cui versa la cosiddetta “Terra dei fuochi”.

“Una marcia, per il riscatto sociale degli strati più sofferentie deboli quali sono i bambini, i nostri figli”. A tal proposito, l’intervistata ci spiega i motivi che hanno portato alla costituzione del comitato, nato esclusivamente per la manifestazione domenicale, dettagliandone la sostanza e la forma ovvero: l’unico modo di portare tanta gente in strada era quello di coinvolgere le tante associazioni presenti sul territorio al di là dell’appartenenza sociale nonchè dare la possibilità a tanti di convergere in un unico obiettivo che ci preme direttamente cioè il diritto alla vita”. In merito alla scelta di non portare simboli associativi e politici “…la presenza di simboli, avrebbe sollevato ad una sorte di competizione tra associazioni a portare quante più persone possibili, circostanze che avrebbero portato a venire meno il senso di unità e, quindi, scemare il motivo della manifestazione stessa”.

L’intervistata descrive anche i dubbi nati in sede di costituzione che, democraticamente, sono stati sciolti con la sottoscrizione dell’atto comune “… altre problematiche che si presenteranno saranno risolte con senso civico e comunque con esclusiva prerogativa del bene comune”. Non lesina, tuttavia, critiche verso quanti hanno molestato e devastato dal silenzio la nostra terra con la speranza che non sia più denominata “Terra dei Fuochi” ma un ritorno all’origine ovvero “Terra di Lavoro”.

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