Taglio cuneo fiscale, Squinzi: “Servirebbero 8-10 miliardi”

di Redazione

 ROMA. Più soldi in busta paga dal 2014. E’ questo l’obiettivo, come ribadito dal premier Enrico Letta nel corso dell’intervista con Maria Latella a SkyTg24, che si è posto il governo con il taglio del cuneo fiscale, primo punto della legge di stabilità.

E proprio in vista di questo appuntamento che il governo vedrà lunedì 7 ottobre i sindacati, seguiti martedì da Confindustria e mercoledì da Rete imprese Italia.

E proprio dal presidente di Confindustria arriva una prima stima di quali sarebbero le risorse necessarie per intervenire sul costo del lavoro. Commentando alcune indiscrezioni di stampa, che fissavano a circa 4/5 miliardi i fondi da recuperare, il capo degli industriali Giorgio Squinzi commenta che “se fossero 8-10 mld sarebbe meglio”. Per recuperarli, continua a margine dell’assemblea Indicam a Milano, “dovranno fare un’analisi. Comunque rimango dell’opinione che con una Pubblica Amministrazione che spende oltre 800 mld, con un minimo di spending review si possono recuperare”.

Sull’entità reale del taglio al cuneo fiscale dal governo arrivano però commenti prudenti. Intervenendo a una trasmissione radiofonica, il sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta, ha spiegato che “il governo non ha, comprensibilmente, potuto fare nessuna stima ufficiale. Baretta ha aggiunto di augurarsi che la cifra ricavata “sia quella dei 4-5 miliardi di euro (indicata da alcuni quotidiani, ndr) ma la manovra va vista nella sua interezza”.

E prudenza arriva anche dal viceministro dell’Economia, Luigi Casero del Pdl, che in un’intervista al Corriere della Sera, conferma che nel 2014 ci sarà il taglio del cuneo fiscale, ma aggiunge che “solo una prima parte dell’operazione, non la più cospicua, rientrerà nella legge di stabilità”.

Per l’intervento sul cuneo fiscale serve tempo, spiega, e “al momento non c’è modo di sapere quante risorse deriveranno dalla delega fiscale perché non è possibile prevedere quanto verrà dalla lotta all’evasione fiscale o dal disboscamento delle agevolazioni”. Per questo “un primo intervento sarà possibile, ma non sarà finanziato con la delega. Dovremo trovare delle coperture legate a tagli di spesa pubblica”.

Ma da parte dei sindacati arriva invece la richiesta di un intervento significativo. “Chiediamo di detassare fortemente i redditi da lavoro provenienti da una produttività che siamo interessati a far crescere” ha dichiarato in mattinata Raffaele Bonanni. Anche Susanna Camusso ha detto di aspettarsi fatti dal governo, a “cominciare dalla riduzione delle tasse sul reddito da lavoro dipendente e sulle pensioni, e da una maggiore imposizione sulle rendite e patrimoni”. “Insomma – aggiunge – mi aspetto che si arrivi finalmente ad una svolta in materia fiscale che premi chi finora ha pagato di più, e sono la maggioranza dei contribuenti, e faccia pagare il dovuto a chi non lo ha fatto”.

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