Stato-mafia: Napolitano citato come testimone. Perplessa la Cancellieri

di Mena Grimaldi
 ROMA. “Nei soli
limiti della conoscenza del teste che potrebbero esulare dalla funzioni
presidenziali e dalla riservatezza del ruolo”.

E’ quanto disposto dalla Corte
costituzionale ammettendo la testimonianza del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel processo per la
trattativa Stato-mafia. Il capo dello Stato figura nella lista testi della
Procura, che intende sentirlo sulle “preoccupazioni espresse dal suo consigliere
giuridico Loris D’Ambrosio”.

Perplessa
sulla decisione della Corte d’Assise di Palermo è il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri che la definisce “inusuale”.

Cancellieri ha poi precisato però di “non avere letto le motivazioni. Prima
vorrei documentarmi”. Anche il Presidente del Senato Pietro Grasso sarà sentito come testimone al processo per la
trattativa tra Stato -mafia.

“Il dottor Grasso – si legge nel provvedimento dei
giudici letto in aula – dovrà riferire
in ordine alle richieste provenienti dall’odierno imputato Nicola Mancino
aventi ad oggetto l’andamento delle indagini sulla trattativa, l’eventuale
avocazione delle stesse e/o il coordinamento investigativo delle Procure
interessate”.

Intanto, sulla decisione della corte di assise l’ufficio stampa
della Presidenza della Repubblica informa che “si è in attesa di conoscere il
testo integrale dell’ordinanza di ammissione della testimonianza adottata dalla
Corte di Assise di Palermo per valutarla nel massimo rispetto istituzionale”.

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