Omicidio Meredith, sul coltello tracce del Dna di Amanda

di Mena Grimaldi
 FIRENZE. La
traccia di Dna individuata sul coltello considerato dall’accusa l’arma usata
per uccidere Meredith Kercher sarebbe
di Amanda Knox.

L’arma è stata
analizzata nel nuovo processo d’appello a Raffaele
Sollecito
e alla studentessa americana in corso a Firenze ed emerge dalla
perizia svolta dai carabinieri del Ris per disposizione della Corte e depositata.
Il coltello da cucina venne sequestrato in casa di Raffaele Sollecito che
all’epoca del delitto era fidanzato con la Knox.

Le difese dei due imputati –
che si sono sempre proclamati innocenti – hanno quindi sempre sostenuto come
fosse normale la presenza delle tracce genetiche della giovane americana che
frequentava normalmente l’abitazione e usava i vari oggetti.

Nel corso delle
indagini la polizia scientifica ha isolato un’altra traccia della Knox vicino
al manico e della Kercher sulla lama. Risultati ritenuti inattendibili dai
periti della Corte d’assise d’appello di Perugia che assolse i due giovani.

La
sentenza è stata poi annullata dalla Cassazione che ha disposto la celebrazione
di un nuovo processo di secondo grado.

Amanda Knox e Raffaele Sollecito,
in attesa del quinto verdetto emesso da una corte italiana nei loro confronti,
sono stati prima condannati e poi assolti.

Condannati a 25 e 26 anni di
reclusione dalla Corte d’Assise di Perugia, assolti dalla Corte d’Assise
d’appello, si trovano ora sotto processo alla Corte di secondo grado di Firenze
dopo che la Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza di
assoluzione.

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