Lampedusa, Boldrini: “Repressione non risolve problema”. Polemica sui soccorsi

di Redazione

 ROMA. “Con le uniche misure repressive non risolveremo mai questo problema. Chi fugge da guerre e dittature, non sarà fermato da leggi più dure. E’ un’illusione”.

E’ questo il commento della presidente della Camera Laura Boldrini, dopo la visita al centro di accoglienza di Lampedusa. “Sono qui per esprimere il mio cordoglio e quello della Camera dei deputati e per ascoltare i sopravvissuti – ha detto Boldrini in una conferenza stampa con alcuni parlamentari e il governatore isolano Crocetta – esprimendo solidarietà alla comunità di Lampedusa. E’ dovere delle istituzioni essere nei posti e nei luoghi in cui accadono queste cose. Non possono stare solo nel palazzo, ma essere al servizio”.

E non mancano le prime reazioni della comunità internazionale, con il premier francese Jean-Marc Ayrault che chiede una riunione urgente dei paesi europei sull’immigrazione.

Intanto, oggi non vi sarà alcuna immersione per tentare il recupero dei cadaveri intrappolati nel barcone affondato. La conferma arriva dal nucleo sommozzatori dei Vigili del Fuoco. “C’è troppo mare, domani credo che saremo in grado di operare”, viene spiegato. Nel frattempo sono in azione aerei ed elicotteri di Capitaneria di porto e Guardia di finanza che sorvolano il mare per avvistare corpi che dovessero eventualmente emergere.

Il mare grosso, però, non ha fermato i pescatori di Lampedusa che hanno voluto dare il loro ultimo saluto alle vittime del naufragio del 3 ottobre, costato la vita ad almeno 111 persone (170 sono ancora disperse). Partiti dal molo Favarolo alle 9.30, si sono recati sul luogo dove si è inabissato il relitto e hanno deposto corone di fiori in acqua: “Questo è anche il nostro dramma – hanno detto – I migranti non sono per noi degli estranei”.

Escoppia la polemica sui soccorsi. “Noi eravamo in otto sulla mia barca e ci siamo sbracciati per cercare di salvare quante più persone potevamo. Ne abbiamo portate in salvo 47. Ho visto su tutti i siti di Internet il video di uomini della Capitaneria di porto che riprendeva un salvataggio. Mi chiedo perché facevano riprese invece di salvare la gente?”. Lo dice Vito Fiorino, proprietario dell’imbarcazione Gamar che alle 6.30 del 3 ottobre è giunto per primo sul luogo del naufragio lanciando l’Sos alla Guardia costiera e ai pescherecci della zona. E aggiunge: “Se la prendevano alla leggera. Non è così che si agisce mentre la gente bolle in mare. Hanno rifiutato di prendere a bordo qualche persona che avevamo già salvato perché il protocollo, hanno detto, lo vietava.

La Guardia Costiera però respinge ogni accusa e fornisce dati a sostegno del proprio operato: “Dopo aver ricevuto la segnalazione di allarme via radio uhf alle 7, siamo immediatamente intervenuti con le nostre unità navali arrivate sul posto del naufragio prima delle 7,20: grazie anche alla cooperazione di soggetti privati, abbiamo salvato tutti quelli che erano sparsi in acqua e strappato al mare 155 vite”. E ancora:”Dal primo gennaio a oggi sono stati oltre 28mila i migranti tratti in salvo, 8mila dei quali solo a settembre: tra questi ultimi 1.400 bambini”.

Come tutti i profughi che arrivano senza permesso, però, anche i 155 superstiti del naufragio al largo di Lampedusa sono stati identificati e incriminati per immigrazione clandestina. “E’ un atto dovuto, conseguenza della Bossi-Fini voluta da una certa parte politica”, afferma il procuratore aggiunto di Agrigento Ignazio Fonzo.

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