Delitto Garlasco, la Cassazione: “Stasi non convince”

di Mena Grimaldi
 MILANO. “Nei
confronti di Alberto Stasi non è
possibile pervenire a un risultato, di assoluzione o di condanna,
contrassegnato da coerenza, credibilità e ragionevolezza”.

Lo scrive la Cassazione
nel deposito delle motivazioni dellasentenza che lo scorso 18 aprile ha
annullato l’assoluzioneper il delitto di Garlasco, l’omicidio di Chiara Poggi, fidanzata di Stasi,
avvenuto nell’agosto del 2007, disponendo un nuovo processo d’appello.

Il
verdetto di assoluzione di Stasi, emesso dalla Corte di Assise di Appello di
Milano il 6 dicembre 2011, per i giudici della Suprema Corte ha “un approccio
non coerente ai principi della prova indiziaria e segue un non corretto
percorso metodologico”.

Nelle cento pagine depositate, si legge che è avvenuta
una “sottovalutazione delle incongruenze del racconto di Stasi, riferendosi
alle omissioni narrative del giorno in cui è avvenuto l’omicidio, alle sue telefonate
e al sistema di allarme e di ricostruzioni contraddittorie e non lineari”.

Per
i giudici, la bicicletta nera nella disponibilità della famiglia Stasi era “corrispondente
alla macro descrizione della bicicletta accertata come presente dinanzi
all’abitazione di Chiara nella prima parte della mattinata del 13 agosto 2007”
e quindi doveva essere esaminata.

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