Decadenza Berlusconi, scontro tra Pdl e Grasso

di Mena Grimaldi
 ROMA. “Se il voto
sarà segreto – aveva commentato il numero uno di Palazzo Madama – bisognerà
vedere se sarà davvero un voto di coscienza o se dipenderà piuttosto da
interessi diversi. Se invece il voto sarà palese, tutto sarà più chiaro”.

E’ su
questa frase pronunciata da Pietro
Grasso
che è scontro tra il numero uno di Palazzo Madama e il Pdl sul tipo
di voto (segreto o palese) nell’aula del Senato per la decadenza di Silvio Berlusconi.

“Le dichiarazioni
del presidente del Senato sul voto segreto o palese non sono da presidente del
Senato, ma da uomo di parte, anzi di fazione. Ritenere che i senatori col voto
segreto possano rispondere a interessi diversi dalla coscienza è una insinuazione
gravissima”, ha detto il capogruppo alla Camera Renato Brunetta per il quale le parole di Grasse contraddicono il “suo
ruolo di garante della dignità dei parlamentari”.

Sulle conseguenze politiche
della decadenza di Berlusconi, il Pdl però sembra diviso. “Tre settimane fa si
è votata una fiducia al governo Letta e con quel voto si è preso un impegno
chiaro. Attuare il programma e lavorare fino al marzo 2015.L’equazione
decadenza-crisi non c’è più”, dice Maurizio
Lupi
.

Mentre Maria Stella Gelmini
dichiara che: “Espellere dal parlamento Berlusconi senza avere nemmeno concesso
un ricorso alla corte Costituzionale o alla Corte europea per verificare
l’applicabilità e la legittimità costituzionale della Legge Severino credo sia
un fatto gravissimo e lacerante per i rapporti interni alla maggioranza”.

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