Decadenza Berlusconi, la parola passa all’Aula del Senato

di Redazione

 ROMA. Sulla decadenza di Silvio Berlusconi la parola ora dovrà passare all’Aula del Senato.

Dopo la decisione della Giunta per le elezioni e le immunità, che venerdì 4 ottobre ha votato la proposta di decadenza del Cavaliere, il presidente-relatore Dario Stefano ha il compito di redigere una relazione che motivi il ‘dispositivo’. La relazione dovrà essere sottoposta ai commissari della giunta che dovranno approvarla con un voto.

Poi, cita sempre il regolamento, ci sono 20 giorni di tempo per trasmettere la ‘sentenza’ alla presidenza del Senato. A quel punto la questione approderà alla conferenza dei capigruppo che insieme a Grasso dovrà calendarizzarla per l’esame dell’assemblea. E sul voto di Palazzo Madama si è già innescata la polemica per lo scrutinio segreto.

Il regolamento prevede il voto segreto (si vota per una convalida e non su un’autorizzazione a procedere chiesta dal Pubblico ministero). “Il regolamento è chiaro a meno che il presidente Grasso non intenda alterare il regolamento. Io ho fatto per anni il presidente del Senato e ricordo che sul caso di De Gregorio fu proprio Zanda, per il Pd, a chiedermi che il voto fosse segreto”, dichiara il capogruppo del Pd al Senato, Renato Schifani. Ma il M5S e Felice Casson (Pd) chiedono il voto palese perché “ognuno deve prendersi le proprie responsabilità”.

Il Cavaliere, intanto, non avrebbe ancora deciso se optare per l’affidamento al servizio sociale o andare agli arresti domiciliari. Entro il 15 ottobre si attende il deposito dell’istanza della misura alternativa al carcere. Dopo di che spetterà al Tribunale di Sorveglianza, che fisserà un’apposita udienza alla quale parteciperà come rappresentante dell’accusa un pg, decidere se accogliere o meno la richiesta.

Il 19 ottobre, invece, andrà in scena l’ultimo ‘strascico’ del procedimento penale a carico dell’ex presidente del Consiglio con al centro le irregolarità nella compravendita dei diritti tv e i cui atti, 513 faldoni, sono stati trasmessi ai primi di settembre dalla capitale. I giudici, presieduti da Arturo Soprano, dovranno riconteggiare la pena accessoria come indicato dalla Suprema Corte: riportare i 5 anni di interdizione stabiliti con l’applicazione della legge ordinaria nelle sentenze di primo e secondo grado entro un massimo di tre e un minimo di un anno come prevede, invece, la legge tributaria.

Sempre entro il 19 ottobre, a meno che non ci sia una richiesta di proroga dei termini, dovrebbero essere depositate le motivazioni del processo Ruby a carico di Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti, con le quali il collegio spiegherà le ragioni per cui ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura perché valuti l’apertura di una nuova inchiesta nei confronti, tra gli altri, dell’ex premier e dei suoi legali.

Il 24 novembre, infine, scadono i termini per le motivazioni del dibattimento, sempre sulla vicenda Ruby, nel quale Berlusconi è stato condannato a sei anni di reclusione per concussione e prostituzione minorile. Dopo di che, con il nuovo anno, si ritornerà in aula. Con il processo di secondo grado.

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