Canoni idrici non riscossi, Corte dei Conti condanna tecnici e politici

di Redazione

 CASAL DI PRINCIPE. Un danno erariale complessivo di circa 5,5 milioni di euro. Con sentenza numero 1430/2013, pubblicata il 24 ottobre, …

… la Corte dei Conti – Sezione Giurisdizionale per la Campania – ha condannato Falconetti Vincenzo, Letizia Giacomo, Di Caterino Nicola, Corvino Vincenzo, Martinelli Pasquale, Fontana Vincenzo, Goglia Francesco, Cristiano Cipriano, Corvino Salvatore, Russo Francesco, Petrillo Luigi, Panaro Bruno Romeo, Bimbo Antonio, Tornincasa Bruno, Ferraro Sebastiano, Corvino Luigi, Schiavone Francesco (1962), Schiavone Francesco (1966), Capasso Alfonso, De Angelis Antonio, Noviello Vincenzo, Di Caterino Franco, Falconetti Pasquale e Corvino Antonio, nella loro qualità di tecnici e amministratori del Comune di Casal di Principe, al pagamento in favore dello stesso Comune della somma di 134.400 euro ciascuno e a favore della Regione Campania dell’importo di 68.808.73 euro ciascuno, oltre alle spese di giudizio per complessivi 6.248,18 euro.

La condanna è stata causata dalla mancata riscossione dei canoni idrici, depurazione delle acque reflue e servizio di fognatura degli anni 2000/2005, in quanto con lo stesso atto è stata dichiarata la prescrizione dei crediti maturati antecedentemente al 20 ottobre 2000. Il Collegio Giudicante, presieduto dal magistrato Florenzo Santoro, ha assolto per difetto di colpa grave Bianco Roberto Mario, Falco Gennaro, Petrillo Attilio, Natale Emilio, Caterino Antonio, Furia Luigi e Matacena Francesco, revisori dei conti, responsabile dei servizi finanziari e assessore.

La sentenza, se da un lato ha inteso punire severamente il “danno erariale” per anni prodotto al comune di Casal di Principe per il mancato realizzo delle entrate relative al servizio acquedotto, causando un pesante debito nei confronti del Consorzio Idrico e della Regione, dall’altro è apparsa agli interessati e a qualche attento osservatore come una chiara condanna politica nei confronti della classe dirigente degli ultimi vent’anni.

Il dubbio, del resto, viene fortemente alimentato, e poi confermato, dal fatto che bensei commissari prefettizi e straordinari di grosso spessore, che nel periodo delle indagini svolte dalla Guardia di Finanza, per conto della Procura di Santa Maria Capua Vetere, hanno per lungo tempo amministrato il Comune, senza del resto aver anch’essi provveduto all’introito dei canoni idrici, sono stati prima invitati a presentare le loro deduzioni in ordine alle accuse rivolte come agli altri e poi improvvisamente stralciati dall’azione giudiziaria vera e propria che ne è seguita e che ha portato alla condanna di amministratori eletti dal popolo.

A seguire l’estratto finale della sentenza

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