Wim Wenders: “Un film a Napoli? Se ci sono i soldi”

di Redazione

 NAPOLI. “Un film a Napoli? Per prima cosa occorre trovare i soldi”. Scherza Wim Wenders rispondendo alla domanda di rito, lui che ha già raccontato il sud Italia in “Palermo Shooting”.

Film o meno, Napoli ama Wenders: è gremita soprattutto da giovani Villa Pignatelli per l’incontro con il maestro del “nuovo cinema tedesco”, ed affermato fotografo, che qui espone per la prima volta 20 scatti tratti dalla sua più recente pubblicazione “Places Strange and Quite” in una mostra dal titolo “Appunti di viaggio. Armenia, Giappone, Germania”.”Sono stato sempre molto attratto dalle città di mare, con un porto, da Anversa a San Francisco. Qui ci sarebbero tante storie da raccontare, scenari differenti. Filmare o fotografare? Mi piacerebbe fare entrambi”, ha detto.

Già otto anni fa fu insignito a Napoli del Premium Extraordinarium degli Annali dell’architettura e delle città, omaggio alla sua straordinaria poetica fatta di luoghi urbani e paesaggio. In lui sicuramente è viva una attrazione per il Sud, (basti ricordare il film sulla Sicilia portato fino a Cannes), e per le atmosfere e le musiche popolari celebrate nella pietra miliare “Buena Vista Social Club”, il documentario che fece innamorare nuovamente il mondo di Cuba. “Spero di potermi trattenere qui più a lungo, non ci sono mai riuscito, ed anche stavolta resterò poco.. e non ho portato con me nè macchina da presa nè macchina fotografica”, ammette.

È stata proprio la mostra napoletana a far tornare Wenders in Italia, (è stato però prima a Roma per un incontro al Maxxi). Il lungo incontro napoletano ha celebrato infatti sopratutto il suo essere fotografo. Una passione che accompagna da sempre il cinema dell’autore de “Il cielo sopra Berlino” e “Paris Texas”: “Quello che amo soprattutto nella fotografia analogica, non per nostalgia, ma per puro piacere, è che essa può ancora rappresentare la realtà. L’atto di fotografare è un lavoro costante contro la sua progressiva scomparsa”, ha detto, raccontando però che da 20 anni usa il digitale e recentemente anche il 3D.

La mostra, visitabile fino al 17 novembre è curata da Adriana Rispoli, promossa e organizzata dalla Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Napoli con Incontri Internazionali d’Arte e Civita.

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