Mcs, il vescovo Spinillo scrive al ministro della Salute

di Antonio Arduino

 CASERTA. Le sofferenze di Adele Iavazzo potrebbero essere d’aiuto a chi come lei soffre di sensibilità chimica multipla (Mcs), una malattia che c’è ma che per lo Stato Italiano non esiste, cosicché chi ne è affetto risulta invisibile per il Ministero della Salute.

La Mcs è la malattia del secolo perché prodotta dall’inquinamento ambientale che altera il Dna, come dimostrato scientificamente nel caso di Adele da apposite analisi effettuate in un istituto specializzato di Londra.E’ una malattia debilitante, ingravescente che, ad oggi, non ha una cura, cosicché gli ammalati non hanno alcuna speranza di guarigione, inoltre non essendo riconosciuta dallo Stato Italiano, a differenza di altri paesi come Francia, Germania, Inghilterra, Stati Uniti d’America, gli ammalati non possono fruire di alcun trattamento gratuito, come accade ad esempio per gli ipertesi o i diabetici.

Le sofferenze di Adele potrebbero cambiare questa realtà grazie all’intervento del vescovo della Diocesi di Aversa, Angelo Spinillo, che ha raccolto il grido di aiuto della 34enne aversana teso ad ottenere il riconoscimento della malattia ed ha scritto al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.

“Onorevole Signor Ministro – scrive il vescovo – non certo per aggravare la molteplicità degli impegni propri del suo Ministero, ma per venire incontro a persone che, in tutta Italia, soffrono, mi permetto di rappresentarle la difficile situazione di tanti che vivono una terribile e rara malattia: la Sensibilità chimica multipla, in sigla Mcs.

 E’ ovvio che, come ogni richiesta di attenzione ad una situazione o ad un problema, la mia segnalazione parte da un caso concreto, vissuto qui ad Aversa, e per il quale non si vedono buone possibilità di soluzione. Per farle conoscere la terribile situazione della signora Adele Iavazzo allego, in fotocopia, un articolo preso da un giornale locale che parla di questa donna la quale vive, oggi, nell’assoluta impossibilità di uscire e di avere un contatto con persone e con tutto ciò che è al di fuori della sua piccola casa.

Grazie al medico che segue la situazione, abbiamo potuto comprendere che la signora Iavazzo vive un autentico dramma di solitudine e di limiti che si fanno sempre più stretti ed a cui nemmeno la catena di solidarietà, che si è già attivata in città, potrà dare risposte. Il medico evidenzia che se anche si riuscisse a mettere insieme l’enorme somma di denaro occorrente per un impossibile viaggio della speranza, per portarla ad essere curata fuori dall’Italia, non ci sono ragionevoli speranze che possa affrontare una qualsiasi forma di uscita dalla protezione delle mura domestiche.

Se non vogliamo condannare questa persona, e tante altre come lei, ad un impossibile viaggio della speranza la cosa più urgente è il riconoscere questa malattia Mcs tra le malattie rare e comunque assistite e curate dal Servizio sanitario nazionale.

Spero, onorevole signor Ministro, di aver attirato la sua attenzione su una patologia rara e nuova, non contemplata dalla casistica tradizionale perché, probabilmente, causata da quanto prodotto da più recenti tecnologie. Grato per quanto potrà fare, anche come testimonianza della solidarietà sociale propria di un paese democratico e civile, cordialmente la saluto”.

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